LA PARTITA DEL TIFOSO - REGGIO IN SECONDO PIANO, C'E' DA SALVARE LA PAGANESE!
Da dove iniziare? Questo è il dilemma amletico che mi accompagna mentre mi accingo a scrivere queste quattro righe. Ancora più angosciante è l’indecisione sul futuro della nostra amata Paganese. È da quel famoso sabato mattina, 13 gennaio, data che di fatto ha aperto ufficialmente la nostra crisi societaria e tecnica, che ci arrovelliamo su quello che sarà senza riuscire a trovare una soluzione percorribile. A ben vedere, quella conferenza stampa ha semplicemente scoperchiato il vaso di pandora, pieno fino all'orlo di notizie nefaste, facendo emergere una realtà ormai ben nota a tutta la città da mesi. E proprio su questo aspetto sarebbe il caso di fare alcune considerazioni: siamo sicuri che la tempistica fosse quella giusta? Non era forse il caso di anticiparla quella conferenza stampa, visto che nel merito era già stata abbondantemente preannunciata da Raiola qualche mese fa? Non si è corso il rischio di delegittimare un organico già probabilmente non forte, da un punto di vista del temperamento e della fiducia in sé? Non si era già arrivati a un punto in cui intervenire significativamente sul mercato sarebbe poi stato difficile, se non impossibile? Siamo sicuri che, anziché attendere qualcuno che di sua spontanea volontà venisse a darci una mano, siamo stati noi a chiedere, nei tempi e modi giusti, un aiuto? Troppe domande, troppi dubbi; quel che restano sono le conseguenze: quest’anno rischiamo seriamente la retrocessione e quel che è peggio è che probabilmente non saremmo neanche più in grado di risollevarci, se ciò dovesse accadere.
A questo punto, però, andare a scavare nel passato, polemizzare su ciò che si sarebbe potuto fare per scongiurare questa amara realtà è esercizio stucchevole e improduttivo. Prendersela con chi non può o non vuole più investire tempo e denaro non ci aiuta. Adesso servono fatti concreti dopo la presa di coscienza che il sogno stia per finire.
C’è un’altra cosa che sento di dire: siamo tutti colpevoli di questa crisi, nessuno escluso. Certo, ognuno ci ha messo del suo, in base alle possibilità e al ruolo che riveste ma non possiamo certo affermare che ci sia qualcuno che si salvi. La nostra è una città intera che sembra sopita e rassegnata; senza la minima volontà di riscatto e miglioramento; senza orgoglio e dignità, necessari per fare di una comunità non soltanto un gruppo di persone che convivono in qualche chilometro quadrato di terra. Dobbiamo ammettere che l’autolesionismo è insito nel nostro modo di fare da secoli. La stella non interessa più a nessuno, lo dico da tempo, fatti salvi i trecento irriducibili. Intere generazioni di uomini paganesi nascevano e morivano tifose della Paganese, senza neanche degnare di un misero pensiero altre città, altre categorie e altre squadre. È ovvio che non mantieni una squadra in C con i soldi del botteghino, ma almeno la condivisione e la partecipazione danno, in chi investe in una squadra di calcio, il giusto stimolo per andare avanti e continuare a fare sforzi. Abbiamo pensato a criticare, contestare, fare congetture e illazioni, invece di sostenere. Abbiamo preferito il divano di casa e difendere altri colori, che non ci appartengono, mentre il nostro, che abbiamo cucito addosso, sbiadiva inesorabilmente.
E poi c’è stata la partita di Reggio. Ma chi se ne frega!!!
Voglio chiudere replicando l’invito, o meglio, la preghiera già emersa in trasmissione, venerdì scorso: riempiamo il Torre! Diamo dimostrazione di avercela una spina dorsale! Facciamo vedere che ci resta ancora un briciolo di amor proprio, sia di cittadini che di tifosi azzurrostellati. Se poi questo dovesse convincere qualcuno a buttare di nuovo cuore e soldi oltre l’ostacolo, o altri a farlo per la prima volta, tanto di guadagnato. E se non dovesse sortire alcun beneficio, almeno non avremmo lo scrupolo e il senso di colpa di chi si gira dall’altra parte dinanzi alle difficoltà, di chi ha paura di sporcarsi le mani e di chi, quando è il momento di prendere le mazzate, scappa lasciando l’amico da solo contro tutti.
La Paganese è la nostra amica, la nostra compagna di una vita, sempre premurosa, attenta e amorevole. Lei non ha mai tradito noi. Noi non tradiamo lei…
Alberto Maria Cesarano
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