IN PUNTA DI PEPE

IN PUNTA DI PEPE - POCA SOSTANZA DALLA PANCHINA: NON INCIDONO I CAMBI DI ERRA

Altri due punti persi per strada e solito carico di rammarichi per la Paganese

Altri due punti persi per strada e solito carico di rammarichi per la Paganese. Nemmeno il tempo di gustarci il blitz di Viterbo che il pareggio con l’Avellino ci lascia l’amaro in bocca per come è maturato. Non sono d’accordo con chi asserisce di tenerci stretto il punto conquistato contro i lupi. È già la seconda volta che la squadra non riesce a sfruttare la superiorità numerica così come accaduto un mese fa contro la Cavese. Ieri sera Schiavino e compagni avevano cominciato con il piede giusto contro un avversario sicuramente rimaneggiato ma con una struttura di squadra notevole. Seppur privo infatti di diversi elementi, il gruppo allenato da Braglia ha una caratura tecnica di categoria in ogni zona del campo. Nonostante tutto la verve agonistica e la freschezza atletica, eccezion fatta per alcuni che hanno accusato la fatica di due partite in tre giorni, dei nostri ragazzi sono state armi efficaci per poter mettere sotto una formazione allestita per il vertice della classifica. È stata una partita spigolosa che gli azzurrostellati erano riusciti a portare dalla loro parte sfruttando l’episodio decisivo del primo tempo con il rigore realizzato da Diop e la conseguente espulsione del nervoso Silvestri. Certamente dall’altra parte della barricata non sono stati a guardare. Sul fronte sinistro Bernardotto (che gran giocatore!!!) sembrava imprendibile ed ha mandato sovente in affanno un difensore tignoso come Sbampato che non ha vissuto di certo una delle sue serate migliori.

Faccio fatica piuttosto a comprendere le scelte di Erra dopo un quarto d’ora dall’inizio della ripresa. Al rientro dagli spogliatoi non mi è sembrato di vedere una Paganese particolarmente in difficoltà dalla cintola in su. La squadra ha avuto anche un buon approccio con Guadagni e Diop che cercavano spesso il dialogo ai sedici metri per piazzare la zampata del raddoppio e mettere in ghiaccio la partita. Il calo atletico è apparso evidente in mediana (perché non gettare allora nella mischia Bramati?) ma non tale da giustificare un doppio cambio in prima linea dove sinceramente non ho visto particolari affanni. Non è un caso che l’ingresso di Cesaretti e Mendicino abbia avuto come conseguenza un vistoso arretramento della squadra. L’Avellino ha cercato il lancio lungo ma ha praticamente ed ugualmente schiacciato una Paganese incapace di risalire a galla. A mio giudizio almeno uno dei due attaccanti mandati in campo fin dal fischio d’inizio della contesa poteva e doveva restare sul rettangolo verde. Non c’era alcuna particolare esigenza di rivedere il fronte offensivo quando si aveva il controllo della gara. Avrei potuto comprendere tale necessità se si fosse stati costretti a rincorrere il risultato ma non era questo lo scenario paventatosi al minuto 17 della seconda frazione di gara. Cesaretti e Mendicino non sono in condizioni ottimali e non era un mistero nemmeno prima che il Covid li costringesse a fermarsi ai box.

Ho avuto l’impressione da qualche tempo che nella mente dell’allenatore ci sia una sorta di staffetta già scritta nel reparto avanzato e questo non è, a mio avviso, giustificabile. Riesco a trovare soltanto questa motivazione alla base della decisione di Erra di rimescolare le carte in attacco. Mi si potrà dire che gli impegni ravvicinati tolgono fiato e lucidità mentale ad ogni calciatore e che c’è l’urgenza di riportare ad un livello accettabile tutti gli effettivi della rosa. Conosco Erra come un allenatore preparato, meticoloso e pragmatico ma credo che contro l’Avellino non ci abbia visto giusto. È un mio pensiero, intriso anche di critica, ma il bene della squadra e la fame di risultati che deve attanagliare la Paganese vengono prima di tutto. A maggior ragione quando sul campionato aleggia un alone di mistero su quello che accadrà da qui alla fine del girone d’andata. Non ci sono regole certe e se ne sentono di tutti i colori sulle modalità di prosecuzione della stagione. I punti sono già diventati pesanti e non se ne possono lasciare per strada in questo modo. Ne conto almeno cinque in meno sul nostro cammino tra episodi sfavorevoli ed errate letture tattiche. Dare spazio ad elementi a corto di condizione è un suicidio e la Paganese ieri sera si è consegnata ad un Avellino che non ha accusato minimamente l’inferiorità numerica. I due attaccanti subentrati sono finiti dietro la lavagna. Nessuna giocata di rilievo e nessun aiuto alla squadra in fase di non possesso. D’altra parte quando hai poca benzina non puoi andare avanti per inerzia. Ecco perché continuo a chiedermi il perché di tali scelte. Non vorrei che Erra sentisse il peso di dover concedere spazio a taluni calciatori che hanno una certa esperienza e non sono gestibili relegandoli in panchina. Coraggio mister, si può anche sbagliare ma da ora in avanti non più.

Francesco Pepe
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