TATTICAMENTE

TATTICAMENTE: GARA DAI DUE VOLTI CON LA REGGINA. NEL FINALE EMERSI I SOLITI LIMITI CARATTERIALI

19.12.2016 19:07

Con “imprevista-prevista” sofferenza finale, la Paganese si sbarazza della “modestissima” Reggina e conquista tre punti d’oro per la classifica e il morale. Imprevista per la consistenza dell’avversario davvero modesto, prevista per le caratteristiche di una squadra, quella azzurrostellata, che come al solito riesce a complicarsi la vita anche in una partita che, fino a metà del secondo tempo, non sembrava avere storia.
Gianluca Grassadonia ritorna all’antico e rispolvera il 4-2-4 che fu il suo marchio di fabbrica quando si presentò a Pagani, nella stagione 2011/2012. Il tecnico ex Salernitana ricorre a questo modulo per sfruttare al meglio il ritorno di Iunco affiancandolo a Reginaldo e per ovviare all’assenza del terzo difensore centrale (Alcibiade squalificato, Dicuonzo infortunato) che non gli avrebbe permesso di schierare comunque la difesa a tre. Questa soluzione ha comportato, però l’esclusione di Francesco Deli che, considerate le ultime incolori prestazioni, era comunque prevedibile. Così davanti al rispolverato Marruocco si è rivisto Longo a destra, Camilleri e Silvestri centrali e Della Corte (il migliore) a sinistra, in mezzo Pestrin e Tagliavacche hanno fatto da diga, in attacco Iunco e Reginaldo hanno occupato la posizione centrale supportati da Herrera e Cicerelli sulle ali.
Il figlio d’arte, Karel Zeman, dall’altra parte schiera i suoi col 4-3-3 (non poteva essere diversamente), ma a parte il centravanti Coralli si sono dimostrati ben poca cosa. La Paganese infatti ha subito preso in mano le redini del gioco e grazie a belle azioni manovrate ha messo alle corde l’avversario. Interessante la proposta offensiva degli azzurrostellati basata sulla ricerca continua del duo Iunco-Reginaldo; i due attaccanti, disposti in verticale, si scambiavano la palla tra di loro, costringendo i quattro difensori avversari a stringere il campo per poi “scaricare” per le ali che, supportati dalle sovrapposizioni dei terzini, diventavano devastanti nell’uno contro uno. Dopo mezz’ora infatti gli azzurro stellati erano avanti per 2-0 e solo grazie ai prodigiosi interventi del portiere amaranto Andrea Sala e alla superficialità dei vari Herrera, Iunco, Reginaldo non hanno incrementato ulteriormente il vantaggio. Improvvisamente però a metà del secondo tempo si è spenta la luce. Quando la Reggina ha schierato l’altissimo Bianchimano a fianco di Coralli, passando anch’essa al 4-2-4, ed ha trovato su azione d’angolo la rete del 1-2, alla Paganese sono ricomparsi tutti i limiti che l’hanno contraddistinta in questa prima parte del campionato. Pestrin e compagni hanno smesso di giocare ed hanno evidenziato, ancora una volta, una incapacità di gestire situazioni più delicate andando letteralmente nel panico. Questa volta fortunatamente sono riusciti a portare a termine una vittoria fondamentale mettendo però a dura prova il cuore dei tifosi presenti al Marcello Torre, d’altronde per i tifosi della Paganese non c’è vittoria senza sofferenza.

Alfonso Tortora
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