LA PARTITA DEL TIFOSO

LA PARTITA DEL TIFOSO - IL CALCIO E' FATTO ANCHE DI SODDISFAZIONI...

A essere onesto, la cosa più bella di domenica sera è stato il non verificarsi del tanto temuto acquazzone. Esso, in verità, ci avrebbe colti tutti quanti di sorpresa, visto che nessuno era munito di ombrelli e/o qualsiasi altro affare che avrebbe, almeno in parte, protetto dalla pioggia. A tal proposito: quando vi decidete a farla, questa copertura della tribuna? E dire che le nuvole, nere e dense, sembravano piuttosto minacciose, al punto che io stesso ho più volte alternato un’occhiata al campo e una al cielo. Vabbè, devo ammettere che qualche volta lo sguardo al cielo è stato manifestazione di fastidio, rammarico e impotenza, vista l’evolversi della gara con il Teramo. E pensare che non avevamo cominciato male, anzi: la squadra, con un assetto nuovo e più spregiudicato ha mostrato un gioco veloce e incisivo, nei primi minuti. Ma si sa, una rondine non porta primavera, specialmente con un cielo chiuso come quello di domenica e infatti, poche decine di minuti e addio alla rondine (evidentemente aveva smarrito lo stormo). Il resto della gara è stato un susseguirsi di palleggi inconcludenti, passaggi sbagliati, mezze espulsioni accordate e non, trequarti di rigore non dato e una noia che ha assalito i tifosi, pochini, assiepati in tribuna scoperta. 

E prendiamoci quest’altro punto, andiamo avanti! Un punto alla volta e pure ci salviamo. Intendo dire matematicamente. I più attenti di voi sapranno che vi ho già tranquillizzato a più riprese, affermando che noi siamo salvi, virtualmente, da un paio di mesi.

Però è anche vero che sembra non ci sia tanta voglia di gettare il cuore e le gambe oltre l’ostacolo e andarci a prendere un risultato, magari effimero ma pur sempre di prestigio. Certo, accetto anche il discorso di qualcuno che: “Dopo gli ultimi due anni, accontentiamoci. Ora non ci lamentiamo del superchio!”. È vero, è così ed è giusto anche il tuo ragionamento, ‘o amico dello stadio.

Però c’è un però…

Il calcio è anche fatto di sfizi, soddisfazioni (magari effimere), petruzzelle tolte dalla scarpa, necessità di creare entusiasmo (vi faccio sommessamente notare che, contro l’Avellino, in casa, siamo arrivati a oltre 2.000 spettatori). L’entusiasmo, dicevo, deve essere il carburante di tutto: per riportare vecchi tifosi allo stadio e nuovi ad avvicinarsi; per dare, al nostro Presidente stimoli per continuare a fare sacrifici, economici e non; per dare motivazioni, a nuovi soci, per avvicinarsi a un progetto.

Ecco, il progetto…

Alberto Maria Cesarano
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