LA PARTITA DEL TIFOSO - VESTIAMOCI SOLO DI SCIARPA E AMORE PER LA SQUADRA
Ragazzi cari, mi lusinga che prendiate alla lettera quello che dico. Ammetto di essere stato io, proprio una settimana fa da queste stesse pagine, a decantare la tattica del passettino per volta, del meglio feriti che morti, dell'accontentiamoci di muovere un po’ la classifica e del…non mi viene in mente niente più. Però mi sembra che stiate esagerando adesso! Come funziona? Aspettate che sia io a dirvi che per me le potete vincere pure tutte le partite, per iniziare a portare a casa i tre punti?!
Scherzi a parte (e ancora di scherzare non c’è tanta voglia), quella di sabato, secondo me, è stata la classica partita dei due punti persi. Può sembrare paradossale quest’affermazione, visto l’andamento della partita, però davvero alla fine avremmo meritato la vittoria. Sicuramente c’è stata una prova di carattere notevole, i ragazzi stanno dimostrando che non è più così semplice batterli e metterli sotto: la nostra squadra palesa una ben augurante voglia di andare oltre i propri limiti e di lottare, con coraggio, contro chiunque. Tutte queste caratteristiche sono fondamentali ma come lo stesso Favo ha rilevato, nel dopo partita, non sono sufficienti: urge abbinare alla volontà, le capacità. Sto parlando di capacità non squisitamente tecniche, giacché molti nostri giocatori ne possiedono (qualcuno anche sopra la media). Ciò su cui vorrei porre la nostra attenzione è la capacità di tramutare in azione il pensiero, di ripetere, con più efficacia, cose che senz’altro sono provate e riprovate in allenamento, di acquisire una maggiore consapevolezza e di metterci più coraggio.
La partita: l’avete vista tutti quanti (vabbè, quel ‘tutti’ è un eufemismo, visto lo scarso pubblico) e pertanto non mi dilungo, anche perché vi ho già detto come la penso.
L’arbitro: un altro rigore non dato. Io mo non mi voglio accodare alla lunga schiera dei tifosi "chiagnulenti", di quelli che pensano a una congiura degli Illuminati che, non avendo niente di meglio da fare e pensare, hanno deciso di boicottare la nostra Paganese, assolutamente. Mi limito ad aggiornare l’albero genealogico dell’arbitro e (forse) dell’assistente di Andria, inserendo anche l’omino dal fischietto in bocca di sabato, come parente stretto di tutte le parenti di sesso femminile degli altri due.
Regolanti: sono stato semplicemente felice per lui, quando l’ho visto segnare.
Chi ha detto che il romanticismo è morto? Pensate un poco come sono messo: sono così preso dalle partite e così innamorato dei nostri calciatori (jà, toglietevi quel sorrisetto malizioso dalla faccia, avete capito bene cosa voglio dire) da non accorgermi che sabato l’assistente che operava sotto i distinti fosse una donna, a detta di qualcuno anche piuttosto avvenente (magari mia moglie sarà pure contenta di ‘sta cosa ma io devo iniziare a pormi seri interrogativi). Me ne sono accorto quando un tifoso, a fine partita, si è apertamente e pubblicamente dichiarato alla ragazza, arrivando anche a chiederle il numero di telefono, in modo da organizzare una cenetta a lume di candela! A questo punto, io vorrei sapere se il corteggiamento è andato a buon fine e se l’uscita c’è stata. Sarebbe davvero una storia bellissima da raccontare.
Termino con un appello: smettiamola di criticare e pensiamo solo a sostenere! Ragazzi, leggo e sento troppi commenti disfattisti, troppe critiche (a volte anche condite da un’ingiustificata cattiveria). Credete così di fare il bene della squadra? I calciatori vanno solo sostenuti. Io la penso così: per me, fino a prova contraria, i calciatori della Paganese sono i migliori di tutti e li sostengo sempre, soprattutto quando sbagliano (ok, ve lo concedo, dopo un minuto di rimproveri e mandate a quel paese) ma dopo riprendo a volergli bene e a mettermi al loro fianco. Lo stesso discorso vale per l’allenatore. Favo è l’allenatore della Paganese? Sì? Allora Favo per me è il migliore allenatore al mondo e va possibilmente facilitato nel suo compito. Poi arriva gennaio e sarà la volta del calciomercato: quelli che non hanno reso e non meritano di restare con noi, che vadano pure. Non sto dicendo che non abbiamo la facoltà di criticare quando serve ma facciamolo in maniera costruttiva. Insomma, la forma è sostanza. Non vestiamo i panni degli addetti ai lavori, non ci appartengono. Noi dobbiamo vestire di sciarpa e amore per la squadra. E vi parla uno che, quando gli è capitato e gli stavano girando, non si è tirato indietro in fatto di critiche… Si parla prima e si parla dopo. In mezzo ci devono essere il sostegno, la vicinanza e il bene incondizionato.
Alberto Maria Cesarano
© Paganesemania - Riproduzione riservata
Commenti