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FOCUS - IL CONDOTTIERO ERRA E LE SUE INTUIZIONI CAMBIANO IL DERBY

Di Alessandro Erra abbiamo imparato ad apprezzarne la disponibilità umana, oltre alle capacità tattiche ed alla spregiudicatezza che cerca di far vestire alle sue squadre. L’allenatore della Paganese, che continua ad entusiasmare, è il classico uomo del Sud che cerca il dialogo con chi si trova di fronte, senza mai proferire una parola fuori luogo. Nessun atteggiamento da primo della classe ma un buon serbatoio di umiltà che gli ha permesso di ritagliarsi il suo piccolo grande spazio in un mondo come quello del calcio abile a tritare tutto e tutti dalla sera alla mattina. Sorriso e battuta sempre pronta lontano dalle telecamere, il nostro allenatore ha saputo attendere il suo turno in gran silenzio anche se nulla ha potuto per evitare la retrocessione dello scorso anno. In estate poi il matrimonio bis con la magica stella, stavolta con ben altri presupposti prospettatigli dalla proprietà, ed i risultati che cominciano ad arrivare. Devo ammettere che di Erra ne avevo sempre sentito parlare in termini lusinghieri, prima come uomo e poi come calciatore, da amici in comune. 

Serbo piacevoli ricordi delle chiacchierate con il grande maestro Carlo Vitiello che ne tracciava un quadro sempre dettagliato e gli voleva un gran bene. Il compianto direttore, la cui presenza oggi al Torre manca non poco, era un uomo di calcio, profondo conoscitore della materia ed autentico scopritore di talenti. Uno di questi era Alessandro Erra. Da spettatore attento sugli spalti del Torre, nel breve periodo di lontananza dal rettangolo verde, l’attuale condottiero della Paganese è passato ben presto a sedersi sulla panchina azzurrostellata che comporta, come sempre in questi casi, onori ed oneri. Ora è il momento della gloria, delle pacche sulle spalle e degli applausi che lo stesso Erra ha contraccambiato domenica sera all’uscita dal campo mentre la squadra festeggiava sotto la Nord la quarta vittoria in campionato. 

Dietro il successo contro l’Avellino la mano del trainer di Coperchia ci sta tutta. Costretto a fare la conta dei disponibili, Erra si è trovato a far fronte anche all’infortunio di Diop. Sotto di una rete e con il bomber senegalese fuori causa, la mazzata psicologica, che ha tramortito più il pubblico che i calciatori sul terreno di gioco, è stata assorbita senza traumi dai ragazzi in maglia azzurra. Poi l’intuizione di Erra che ha gettato nella mischia Scarpa, Perri e Calil che hanno cambiato inerzia alla sfida. Anche una sapiente gestione del materiale umano a disposizione può fare la fortuna di un allenatore. A questo bisogna anche aggiungere una buona dose di coraggio che alla tifoseria è piaciuta non poco. Il pubblico apprezza il lavoro di Erra, salvo qualche contestatore paranoico che predica da bastion contrario per partito preso, e ne dovrà tenere conto anche quando, scongiuri del caso scontati, potrebbero arrivare momenti bui durante la stagione. Per il momento ci piace sognare e credere in una vera e propria favola, così come quella che sta vivendo Erra e la sua Paganese. La sua esultanza verso la tribuna al raddoppio di Perri non è passata inosservata……a noi paganesi piace anche così il nostro allenatore. 

Francesco Pepe
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