LA PAGANESE VISTA DA...NOCERA: IL RICHIAMO DEL SANGUE, PER UNA PASSIONE INFINITA!
Ricorderò per sempre, quei nove interminabili minuti che sono intercorsi dalla rete di Ciotola al pareggio di Cesaretti. Minuti che - anche mio figlio me l'ha fatto notare - ho vissuto con glaciale calma in quanto isolato dalla realtà e totalmente immerso nel dramma sportivo che si stava consumando. Pensavo: meglio che il Fondi ha segnato subito ad inizio ripresa. Speriamo che si sveglino. Speriamo che segnamo. Nel frattempo che ragionavo in totale silenzio ha segnato Cesaretti ed il mio cuore è ricominciato a battere. Ero pessimista alla vigilia, anche dopo il pareggio di Fondi. Mi ero già immaginato cosa sarebbe potuto accadere: pareggio risicato e conservato strenuamente sino allo scadere e poi ecco il dramma che si materialliza con il gol salvezza del Fondi. Un tarlo che mi ha rovistato tutta la settimana. A più di un amico avevo spiegato che per le caratteristiche di questa Paganese, sarebbe stato meglio che avessimo perso a Fondi, per partire mentalmente preparati con l'idea di dover vincere a tutti i costi. Le dichiarazioni alla vigilia di non giocare una gara attendista, per mantenere il pari, sono rimaste solo sulla carta. In campo, dal primo minuto, è stato fatto tutto il contrario di quello che era stato preparato, forse. Paura, gambe molli, preoccupazione di giocare la palla, perchè poi quando lo si faceva si creavano problemi agli avversari. Una tattica irritante per tutto il primo tempo e meno male che il Fondi è andato in vantaggio all'inizio della ripresa. La Paganese è uscita dall'anestesia in cui era caduta dall'inizio della gara e ha iniziato a giocare al calcio con i risultati che sappiamo.
Ma la mia ultima analisi stagionale, vuole focalizzare l'attenzione su un altro aspetto che mi ha colpito. Dagli schermi di Quarta Rete durante la trasmissione Paganesemania, venerdì sera alla vigilia della gara, avevo profuso una serie di appelli verso quella parte della tifoseria che per tutta la stagione aveva disertatao il Torre. Avevo chiesto una prova d'amore verso la casacca della Paganese, questa passione che ci accumuna da sempre, per capire anche il termometro della città. La temperatura, prima debole, poi piano piano con il trascorrere delle ore è salita: 500, 1000, 1500, 2000. Ecco la risposta, anche a sorpresa viste le cifre del campionato, dei paganesi che covano, ancora sotto la cenere, la loro passione per la Paganese. Ero curioso di capire in quanti avrebbero risposto al richiamo del sangue azzurro nel momento del bisogno. Se ancora c'era la fiammella che ardeva nel cuore degli sportivi azzurrostellati. Ebbene sì: a Pagani, dopo la risposta di sabato pomeriggio, si ama ancora la Paganese. Se non si fossero raggiunte neanche il migliaio di unità era giusto capire che qualcosa era cambiato definitivamente, nel rapporto tra squadra e tifosi ma questo dato, incofutabile, deve essere la spinta del rilancio della Paganese. Da questi numeri deve ripartire il presidente Trapani, dopo un'attenta analisi ed una seria riflessione che deve portare a non commettere gli stessi errori, (troppi, vedi solo il capitolo allenatori) che hanno caratterizzato la stagione. Allo stesso tempo, se dovesse rimanere solo e affiancato dai pochi amici, non gli si potrebbe chiedere nulla di più se non ringraziarlo se intenzionato a continuare a mantenere in vita questa passione. Credo che comunque con ulteriori figure professionali all'interno della società e con un programma serio, che non significa dispendioso anzi, con le giuste competenze si possa approntare una squadra giovane ma ugualmente competitiva. Una Paganese brillante, sbarazzina, che faccia divertire i tifosi. Il calcio è uno spettacolo, come andare al cinema, dunque chi lo produce deve attirare l'attenzione dello spettatore, stimolarlo a seguirlo. Solo così, a queste condizioni, si può pensare di ricostruire e riavvicinare il pubblico alle scalee del futuro e rinnovato Marcello Torre, in odore di ristrutturazione grazie alle Universiadi. Il richiamo del sangue e della giusta causa è avvenuto un anno fa, con la presa di coscienza dei gruppi ultras, di riunirsi di nuovo, dietro ad uno solo striscione: "Resistere per Continuare ad Esistere". La Curva Nord di Pagani, nel suo piccolo, è stato un esempio di mentalità, maturità, passione ineguagliabile che ora deve solo raccogliere altre adesioni, consolidandosi, per splendere ancora di più. Complimenti. Il richiamo del sangue è stato quello di Francesco Scarpa che ancora una volta ha sposato senza pretese la maglia azzurra. Da semplice gregario e con umiltà, è stato esempio per i più giovani, è divenuto il capitano impavido di questa squadra. Da lui si deve ripartire. ll richiamo del sangue che bolliva nelle vene, più del caldo insorportabile di sabato, che è esploso negli sguardi, nella gioia, di abbracci, quello con mio figlio rotolando a terra al gol di Cesaretti non lo dimenticherò mai, come l'abbraccio con un mio amico fraterno al termine della partita, con le lacrime agli occhi. Questa è la Paganese....Emozioni dal 1926!
Peppe Nocera
© Paganesemania - Riproduzione riservata
Commenti