DESTINI INCROCIATI : ROBERTO MIGGIANO
I Destini Incrociati di questa settimana ci portano a Lecce dove risiede un ex allenatore della Paganese che condusse, dopo due cambi Cosco e Chiappini, gli azzurri ad un’insperata salvezza nella stagione di C1 2007-’08: Roberto Miggiano.
Da calciatore ha militato nella formazione giallorossa e per noi ci presenta la sfida tra la sua vecchia formazione e quella che l’ha consacrato a livello di tecnico professionistico.
Mister facciamo due chiacchiere su Paganese-Lecce?
“Volentieri, sono due pezzi importanti della mia carriera calcistica. Certo, il Lecce arranca un tantino in questo campionato come gli è capitato da alcuni anni. E’ sempre difficile risalire la china, soprattutto quando dopo alcuni tentativi falliti, soprattutto quello della finale con il Carpi, si deve sempre ricominciare e poi capita come sta succedendo ai Tesoro di perdere l’entusiasmo dopo tanti sacrifici economici, i risultati non arrivano nonostante gli sforzi profusi, cominciano le contestazioni e ho letto che vogliono lasciare a fine anno”.
Nemmeno con la presenza in squadra di uno come Miccoli?
“Solo Miccoli, che è un grande calciatore, non basta per vincere un campionato. Ce l’ha messa tutta ma non è bastato, serviva qualcos’altro per costruire una squadra vincente. Lui ha dato tutto quello che poteva e sinceramente pretendere di più non si può. Ha dato il massimo”.
E cosa mi dice della Paganese?
“Innanzitutto che a Lecce, nella gara d’andata, non avrebbe meritato di perdere, fece una gran partita. Per il resto sta facendo come sempre un campionato dignitoso. La società mette in campo sempre squadre che lottano alla pari con le altre blasonate del girone, facendosi rispettare, raggiungendo il proprio obiettivo e dietro le grandi c’è la Paganese. E’ un merito della società che, già quando c’ero io, è sempre stata seria, attenta e oculata nei bilanci, presente e riesce a mantenere una categoria prestigiosa per una piazza come Pagani dopo tanti anni e non è poco di questi tempi e dico ai tifosi di stare tranquilli che anche quest’anno vedo una buona Paganese”.
Un pronostico?
“Aldilà dei pronostici, dico che per il Lecce non sarà facile. E’ obbligato a vincere ma a Pagani è sempre difficile, per tradizione, per il calore del pubblico. Sono già al terzo allenatore, anche se Bollini lo conosco avendo incontrato al Master. E’ meticoloso nel suo lavoro ed è preparato e competente”.
A Pagani cosa ha lasciato?
“Il ricordo più bello della mia carriera da allenatore. Quella salvezza conquistata nella finale play-out contro il Lecco, in uno stadio stracolmo che ci ha trascinato alla vittoria, è indelebile. Non avremmo mai potuto perdere quel giorno. Per me quell’esperienza è stata una tappa fondamentale della mia professione da allenatore e Pagani e la Paganese non li dimenticherò mai, quel giorno ho provato una sensazione di felicità unica”.
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