10-0: NUMERI, ANEDDOTI E CURIOSITA' DI ANDRIA-PAGANESE
Marruocco beccato e consolato, lo scatto inutile di Starita, la difformità di giudizi da un giorno all'altro e la 'bionda' nel locale. Questo e tanto altro in 10-0, la rubrica "semiseria" di #paganesemania, che vi racconta così #AndriaPaganese
DIECI i secondi che la curva dell'Andria impiega per iniziare a beccare Marruocco appena questi si avvicina alla sua porta ad inizio gara. Bordate di fischi, insulti, un coro d'accoglienza per nulla ripetibile. Il tutto perchè ad Andria, anche in tribuna, ricordavano le parate dell'anno scorso che consentirono alla Paganese di portare a casa tre punti, visto il gol nel finale di Caccavallo. Da mercoledì lo ricorderanno - ahinoi - anche e soprattutto per altro. La peggior prestazione da quando è a Pagani (e dopo circa 90 partite può anche starci) scatena, oltre alla rabbia dei tifosi paganesi, anche la fantasia dei supporters di casa che, a fine primo tempo, riconoscono la pochezza dei loro attaccanti, in rete solo grazie alle indecisioni del portiere, e gli dedicano un coro..."E' la curva che te lo chiede, dai Marruocco facci un gol".
NOVE i metri percorsi in controsenso per riuscire a parcheggiare l'auto all'esterno del Degli Ulivi. Premessa: le indicazioni ce le ha fornite un vigile urbano in dialetto strettamente pugliese, quindi non garantisco su cosa effettivamente abbia detto. Di fare un po' di controsenso quasi certamente, soltanto che il suo collega posizionato all'altezza del divieto di accesso non era sulla stessa lunghezza d'onda. Compresa la difficoltà, si è adeguato alla situazione e ci ha permesso di parcheggiare lì vicino, facendoci fare retromarcia in un incrocio. Da arresto!
OTTO i minuti in cui la partita, poco dopo il quarto d'ora, è stata sospesa a causa del blackout che ha colpito l'intero quartiere dello stadio. Ad uno spicchio di stadio è importato poco o nulla: accesi i flash dei cellulari, i tifosi dell'Andria hanno continuato a cantare. Un'altra parte, invece, ha temuto il peggio, soprattutto quando più volte si è cercato di riaccendere i riflettori e puntalmente si sono spenti. "Accendeteli, sennò ci danno partita persa a tavolino", ha urlato più volte un tifoso in tribuna. Ha capito anche lui che sarebbe stato l'unico modo per la Paganese di vincere quella partita. Ci siamo illusi anche noi di poterla portare a casa...
SETTE allo scatto del giovane Ernesto Starita, classe '96, attaccante esterno dell'Andria. E' inutile cercare nei tabellini o nella distinta: non ha giocato neppure un minuto della partita. Eppure lo scatto più bello della partita è stato il suo. Al 37', sul tiro da distanza siderale di Mancino, si è impressionato, ha pensato fosse gol ed era già a centrocampo per abbracciare il compagno (per i non credenti, vedere highlights di Sportube al minuto 1:57: sbuca un uomo in pettorina in basso a destra, è lui). Preso in giro dai compagni e dai dirigenti in panchina, pare che al raddoppio, stavolta reale di Mancino, sia rimasto fermo immobile al suo posto.
SEI all'opportunismo del giovane portiere dell'Andria, all'esordio fra i professionisti. Il classe '97 rumeno, che di cognome fa Pop ma di nome Ionut e non Corn, sfrutta la chance offertagli dal suo allenatore che lo ha preferito a Cilli, non irresistibile nelle ultime uscite. Considerata l'assenza del titolare Poluzzi, è toccato proprio al 19enne scuola Roma difendere la porta pugliese nella delicata sfida con la Paganese. Nemmeno Pop immaginava probabilmente di dover vivere una serata così tranquilla. Nel calcio ci vuole anche la fortuna...
CINQUE i tifosi della Paganese giunti fino al Degli Ulivi, di mercoledì sera. Di questi tempi è quasi un'impresa e andrebbero premiati per la buona volontà e anche perchè non sono stati ripagati dalla prestazione. Tutto quello che un tifoso non vorrebbe vedere, per tanti motivi, lo si è visto nel match con la Fidelis Andria. CINQUE anche alla scelta, non più fortunata, di chi ha preferito l'esordio in Champions della Juventus del Pipita contro il Siviglia e non ha visto la Paganese neppure in tv.
QUATTRO le urla sovrumane che un "simpatico" cameraman in tribuna riserva al tecnico della Paganese, Grassadonia. Per chi non lo sapesse, il trainer salernitano ha giocato per una stagione nell'Andria a fine carriera. Non fu un'esperienza indimenticabile, ma neppure terribile. Fatto sta che Grassadonia è stato continuamente beccato da diversi esponenti del pubblico, compreso questo signore che, non curante della telecamera a spalla, nei momenti di pausa ricordava a Grassadonia il suo passato biancazzurro. Mettendo a dura prova i timpani - compresi quelli del sottoscritto - di chi gli era attorno.
TRE i giorni trascorsi fra la partita con la Casertana e quella con l'Andria. Due sconfitte così diverse che hanno cambiato letteralmente i giudizi di quanti, quotidianamente e giustamente, sui social dicono la loro sulla Paganese. Si è rapidamente passati da "siamo una buona squadra, appena entrano tutti in condizione vi faremo vedere" a "che dobbiamo fare con questi vecchi, sono venuti a prendere la pensione?". La verità sta sempre nel mezzo, e cioè che la Paganese non era da promozione domenica sera e non è da retrocessione dopo ieri. Semplicemente è ancora in fase di carburazione, ha bisogno di tempo anche se tempo non ne ha. Ma i presupposti per fare un buon campionato ci sono tutti.
DUE le persone che si avvicinano a Marruocco al termine del primo tempo per consolarlo e caricarlo, mentre sta rientrando negli spogliatoi: l'attaccante Antimo Iunco e il preparatore dei portieri Enrico Limone. Sguardo glaciale e rabbia in corpo per il numero uno azzurrostellato: se qualcuno avesse cercato di accoltellarlo, la lama si sarebbe rotta. Considerato che anche Buffon commette un paio di indecisioni all'anno, speriamo che Marruocco abbia giocato i bonus tutti nella sfida del Degli Ulivi e siamo certi che ritornerà a regalare punti preziosi alla Paganese. Come ha sempre fatto.
UNO il paio di scarpette che Reginaldo voleva indossare a tutti i costi. Di colore nero, appena gli sono state portate (direttamente da Pagani) durante il riscaldamento ha tolto le bianche con le quali si stava allenando e ha indossato le sue, con le quali probabilmente si sentiva a suo agio. Scarpette a parte, non è stata una prestazione da ricordare per il brasiliano, alla ricerca della forma migliore.
ZERO i minuti impiegati, all'uscita dallo stadio, per trovare qualcosa da mangiare. Fattasi una certa ora, appena usciti dalla sala stampa, l'unico pensiero mio e dei miei fidati compagni di viaggio è stato quello di riempire la pancia per buttar giù il dispiacere. Così, presa l'auto, dopo neppure un minuto siamo già fermi davanti ad un panificio/rosticceria. Fatta un po' di pulizia del bancone, ci accorgiamo che l'unica cosa buona del locale (di commestibile non c'è nulla) è la bionda, circa 35 anni, seduta al nostro fianco insieme al suo accompagnatore. Escono insieme ma prendono due strade diverse: lui tira dritto a piedi, lei sale in un Bmw bianco. Solidarietà al tizio: come si dice dalle nostre parti "Uocchj chin e man vacant"...
Danilo Sorrentino
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