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LE SFIDE DEL PASSATO: UNA SOLA VITTORIA A REGGIO, NEL SEGNO DELLO SFORTUNATO BORTOT

Il 2018, per la Paganese, si aprirà con una trasferta storica, il cui primo confronto risale addirittura ad 89 nove anni fa visto che la società azzurrostellata, fondata appena tre anni prima, giunse a Reggio Calabria il 3 novembre del 1929. Sul terreno della Reggina gli azzurri hanno disputato, da allora, 10 partite perdendone cinque, pareggiandone quattro e vincendo solo una. Oggi vi raccontiamo proprio quella vittoria, sperando che sia di buon auspicio. Avvenne nello sfortunato campionato di C1 1982-83 che si chiuse con la retrocessione di entrambe le società insieme a Livorno e Nocerina. Quella sfida salvezza però se l'aggiudicò la Paganese, guidata da mister Giammarinaro che subentrò al compianto Nenè, per 0-1, grazie ad una rete di Pierantonio Bortot.

Tutta da raccontare quel Reggina-Paganese, del 10 aprile del 1983, per l'attaccante di Conegliano Veneto che era giunto a Pagani dopo le sei reti in C2 con la casacca rossonera della Lucchese. Bortot, cresciuto nel Torino, aveva esordito in serie A con la maglia granata in un Toro-Samp 0-1 nel 1972, per poi passsare alla Cremonese tre anni dopo, passando per Catania tra B e C1. Poi l'esperienza più significativa proprio a Reggio Calabria alla fine degli anni settanta, in due stagioni, con 17 reti. “Dopo Reggio feci altre esperienze, ma da nessuna parte trovai più gli stimoli, le soddisfazioni, le emozioni vissute con la maglia amaranto: giocai a Siracusa, Lucca, Grosseto e Pagani. Smisi di giocare presto, a trent’anni appena compiuti. Ero già saturo - racconta in un'intervista Bortot - Saturo di pressioni che in C al Sud esistono tali e quali che nelle categorie superiori, saturo di botte prese da stopper con tutte le maglie, ma, soprattutto, stanco di girare per l’Italia come uno zingaro e di fare girare appresso a me la mia famiglia non riuscendo neppure a godermela appieno. D’altra parte allora i soldi che si guadagnavano non erano paragonabili a quelli di oggi e così ben presto il gioco non valse più la candela e decisi di chiudere. Poi avvenne una cosa curiosa: tornai a casa ed iniziai a cercare lavoro nei dintorni. Qui mi venne offerta un’opportunità lavorativa a condizione che giocassi – a livello dilettantistico - nella squadra locale. Colsi anche questo strano gioco e così da un lato cominciai a lavorare e dall’altro mi staccai in maniera graduale dal mondo del calcio che fino a quel punto, da quando il mio papà mi accompagnava alla stazione, era stata la mia vita”Bortot ci ha lasciati troppo presto, il 23 gennaio del 2013 a soli 57 anni per una grave malattia.

Ma ritorniamo a quel Reggina-Paganese. Gli azzurri provengono dalla sonora sconfitta interna con il Campania per 1-4 ed al Comunale di Reggio c'erano in palio punti pesanti per sperare nella salvezza. Speranze che Domenichini, attuale vice di Spalletti all'Inter, e compagni alimentarono grazie al gol-vittoria di Bortot al 18' del primo tempo. Passata in vantaggio, la Paganese difese a denti stretti quella preziosa rete contro gli attacchi amaranto dei vari Geria, Re, Donati e Saviano ma soprattutto grazie a due miracoli di Giordano sulle conclusioni di Coppola e Sciannimanico. Ma a tre minuti dalla fine il portierone azzurro Giordano e Vittiglio vennero espulsi e con le sostituzioni già effettuate, mister Giammarinaro indicò che in porta ci andasse prorpio Bortot. L'attaccante azzurro mantenne blindata la porta ed il risultato per una vittoria che ancora oggi resta la sola in terra calabra della Paganese. Bortot a fine gara così commentò quella vittoria e quei lunghi minuti tra i pali: "Non hanno tirato, grazie al cielo, ma ero cautissimo e pronto a tutto. Un successo che ci restituisce il sorriso e fiducia nelle nostre possibilità di salvezza". Purtroppo quella salvezza, sul campo per la Paganese non arrivò, come trent'anni dopo non arrivò la salvezza più importante per Bortot, quella della sua vita.  

Peppe Nocera
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