A BOCCE FERME: CRAC FOGGIA, IL LECCE VOLA. RITORNO AL SUCCESSO PER TARANTO E CATANZARO
Grandi che salgono, grandi che scendono. Non mancano mai i colpi di scena nel girone C di Lega Pro dove, al termine della 17/ma giornata, il Lecce si innalza in solitudine al vertice della classifica violando con scioltezza il Franco Scoglio di Messina (e restituendo ai peloritani i tre schiaffoni incassati tre giorni prima dal Matera) e approfittando del passo falso della Juve Stabia ad Andria. Il Matera vola mentre è crisi nera per il Foggia, abbattuto allo Zaccheria dal Fondi.
Che le Vespe stessero un po' rifiatando nelle ultime settimane, era emerso con una certa chiarezza. Ad Andria è arrivata una sconfitta senza appello. Brutti i gialloblù, continuamente surclassati nel primo tempo dai pugliesi e timidi anche nella ripresa, nonostante l'unico sussulto che aveva portato al momentaneo pari di Sandomenico. Indubbiamente non era facile affrontare una Fidelis in serie positiva da otto giornate (tre vittorie e cinque pari), e la gara del degli Ulivi ha evidenziato il momento di forma diverso attraversato dalle due squadre. Nell'imminente recupero di Matera, ovviamente, per gli stabiesi sarà fondamentale uscire imbattuti per restare sulla scia del Lecce e per non lasciar scappare proprio i lucani, coi quali condividono la seconda piazza. Una necessità, prima che un dovere, visto che i biancazzurri vivono una fase di grande esaltazione che, oggi come oggi, non ammette ostacoli. Se ne è accorta la Casertana, che ha resistito solo un tempo (in verità giocato sul filo dell'equilibrio) per poi venire martoriata con un poker fulminante nei primi 35 minuti della ripresa. Non è bastato ad Andrea Tedesco dare certezze ed identità al suo gruppo, riconfermato negli 11 titolari già di scena a Foggia e sei giorni dopo contro l'Akragas.
Detto del Lecce, peraltro prossimo avversario della Paganese al Via del Mare, chi oramai sembra essersi infilato in un tunnel senza uscita è il Foggia. Abbiamo raccontato del feeling oramai spezzato tra buona parte dei tifosi e il duo Stroppa-Di Bari e del malumore ambientale che si sta abbattendo come un macigno sugli umori del rossoneri. E pensare che i dauni erano tornati quelli di un tempo: belli, spumeggianti, rabbiosi e convinti. Solo un lampo il sigillo per gli ospiti di Varone, arrivato al culmine di un predominio tecnico-tattico rossonero che avrebbe meritato un punteggio ben più largo del 2-1. Surreale anche il secondo segmento di gara, col Foggia ad attaccare e a divorarsi quello che neanche un elefante riuscirebbe ad inghiottire, ed il Fondi a segnare (operando il sorpasso) capitalizzando al massimo errori ed orrori dei padroni di casa. Alla fine arrivano i fischi e i cori ostili dei tifosi. Mai come stavolta ingenerosi. Certo, loro sono sovrani. E magari scottati da quello che solo pochi mesi fa poteva essere e non è stato. Ma il Foggia visto ieri avrebbe meritato almeno una tregua. E non è un caso che il club abbia ribadito piena fiducia nella guida tecnica di Stroppa.
Il Catania asfalta al Massimino un Monopoli che non è più quello di inizio stagione, la Virtus Francavilla regola la Reggina mantenendo una quinta posizione più che onorevole, mentre altre due sorprese di giornata (dopo quella dello Zaccheria) sono date dai ritorni al successo del Taranto contro un Melfi da un po' di tempo rigenerato, e del Catanzaro nel derby con una ostica Vibonese. Identico il risultato (2-0), maturato in entrambi i casi tra le mura amiche. Gli ionici hanno trovato una vittoria che mancava da quasi tre mesi durante i quali avevano raccolto appena quattro punti. E lo hanno fatto in maniera del tutto legittima tanto da indurre lo stesso trainer gialloverde, Dino Bitetto, a riconoscere loro l'onore delle armi e ad ammettere di non aver disputato il match alla pari come era accaduto in altre apparizioni fuori dal Valerio. Si dimette tuttavia il responsabile del'area tecnica Franco Dellisanti e sembra stravagante dopo una vittoria. Ma neanche tanto, in considerazione del rapporto non eccellente che, secondo voci di dentro, lo legava alla presidente Elisabetta Zelatore. Un divorzio che prima o poi doveva consumarsi, sebbene già il nuovo corso De Poli avesse aperto le porte a scenari totalmente inediti. Al posto di Dellisanti c'è Pantaleo De Gennaro.
Prosperi respira ma i normanni, in virtù della loro rimonta, non escono ridimensionati dallo Iacovone e gravitano ancora in zona salvezza insieme all'Akragas, sconfitto a sorpresa all'Esseneto dal Cosenza. Non ha portato fortuna al tecnico dei Giganti, Lello Di Napoli, la conferma di moduli e uomini artefici della vittoriosa gara del Pinto contro la Casertana. Il Cosenza, pur non irresistibile nel primo tempo, ha legittimato i tre punti nella ripresa con la propria maggiore qualità, senza strafare. L'Akragas è collettivo troppo giovane che, strutturalmente, può andare soggetto ad alti e bassi. Sebbene sabato, nel fortino della Juve Stabia, sarà test proibitivo. Anche il Catanzaro, come il Taranto, non vinceva da un bel po'. Precisamente da due mesi quando, al Ceravolo, furono proprio i rossoblù a cadere. Destini, insomma, che si incrociano. Con la Vibonese non ne è uscita una gara per palati fini e anche molti tifosi nel dopo-gara non è che siano sembrati appagati dal gioco dei giallorossi. Un dato normale in questa fase che vede i calabresi in estrema difficoltà, anche psicologica, con diversi giocatori sul piede di partenza (Moccia e Di Bari su tutti) ed altri come Roselli che hanno già lasciato. Nei pressi dello stadio sono apposti ancora moltissimi A4 con l'invito a patron Cosentino a togliere il disturbo. I più moderati lo invitano comunque ad allargare i cordoni del portafoglio a gennaio, e già non è poco. In ogni caso, senza una vera opera di maquillage nel mercato invernale, sarà complicato salvarsi.
Stefano Sica
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