DESTINI INCROCIATI: ANTONIO TRIPEPI
Ritorna la rubrica “Destini Incrociati“ e il doppio ex di Martina Franca-Paganese è un vecchio idolo della tifoseria azzurrostellata: Antonio Tripepi. Nativo di Reggio Calabria, muove i primi passi nel ’72-’73 nel Messina ed è subito promozione in C. Poi Modena, Padova, Ragusa, Paganese, due stagioni dal ’79 all’81 con promozione in C1, Campobasso con promozione in B, Cosenza e ultime sette stagioni al Martina Franca, altra promozione in C1, dove risiede con moglie e due figlie ed allena una scuola calcio.
Buonasera mister, sono un giornalista di Pagani (ndr ...e prima di completare la frase m’interrompe)
“Ho lasciato un pezzo di cuore lì, che piacere sentirvi. Come va a Pagani? State facendo un gran campionato. Che ricordi! Provenivo dal Ragusa e a Pagani arrivammo io ed Oddo, ve lo ricordate? Un gran centrocampista, scuro, scuro con tanto cervello, piedi buoni, un piccolo Rivera".
E' rimasto due anni, e al primo subito la promozione in C1...
“Chi se lo aspettava. Eravamo una buona squadra con un gran allenatore, Montefusco, ma non partimmo per vincere. Il nostro segreto? C’erano calciatori di categoria che ogni domenica buttavano il sangue per la maglia azzurra, facevamo sacrifici, eravamo uniti, abitavamo a Vietri sul Mare e poi ci fu un altro fattore determinate…".
Quale?
“La tifoseria. Io ero stato in grandi piazze, città come Modena, Messina, Padova. Pagani era più piccola ma ci facevano sentire importanti, la domenica era una fornace lo stadio, ci trascinavano, era un pubblico caldissimo. Il classico dodicesimo uomo in campo, che calore c’era a quei tempi e poi cominciavano a venire i risultati, uno dopo l’altro ed il sogno s’avverò. Giocammo un gran calcio in quella C2”.
La settimana scorsa, Pagani ha ricordato Marcello Torre che fu il suo presidente...
“Un signore, non un presidente. Alla famiglia voglio far giungere questo mio pensiero ricordandolo con affetto e stima, una persona educata come poche, intelligente, lo scriva, con grande carisma che trasmetteva a tutti, era a capo di una società sempre presente. Poi arrivarono i drammi prima con il terremoto. Quella domenica vincemmo a Siracusa 1-2, eravamo primi in classifica in C1 ma la gioia si spezzò al ritorno a Pagani quando arrivammo allo stadio e c’erano tante auto, i terremotati con le tende e ci stringemmo al loro dolore, poi con l’assassinio dell’avvocato Torre che ci turbò tantissimo”.
Si descriva per i più giovani. Che calciatore era Tripepi che deliziò Pagani con le sue sgroppate sulla fascia?
“Una classica ala, alla Meroni, alla Claudio Sala, ora si chiamano esterni. Scendevo sulla fascia e crossavo dal fondo per la gioia di Fracas ed Alivernini, che attaccanti. Feci anche qualche gol, ricordo quello della vittoria Cosenza ed in casa nel derby con la Cavese, che poi andò in B, perdevamo uno a zero poi ribaltammo il risultato. Senza dimenticare quelli con la Nocerina, se lo vincevi stavi tranquillo per due mesi. Poi nel corso degli anni mi sono spostato a centrocampo e poi libero a fine carriera a Martina”.
In Puglia poi ha messo le radici....
“Venni acquistato nel 1984 ma in quell’estate mi cercò anche la Salernitana ed io chiesi al presidente del Martina di allora di farmi andare a Salerno ma lui disse se ci danno Vulpiani ti lascio partire, ma era più giovane e non si fece nulla. Da allora sono a Martina, ho vinto un campionato strepitoso dalla C2 alla C1 e tanti ricordi. Mi sono sposato ed una delle mie figlie va allo stadio e segue il Martina dalla Curva e, per questo, ho sempre i brividi. E per sabato non mi chiedere un pronostico”.
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