10-0: NUMERI, ANEDDOTI E CURIOSITA' DI CATANZARO-PAGANESE
Il largo sorriso di Marruocco e quello ritrovato di Reginaldo, la sfortuna di Iunco, la maledizione della maglia gialla e il tabù sfatato. Questo e tanto altro in 10-0, la rubrica "semiseria" di #paganesemania, che vi racconta così #CatanzaroPaganese
DIECI alla scena finale di Catanzaro-Paganese, con tutta la squadra, panchina compresa, che al triplice fischio dell'arbitro corre da Marruocco per abbracciarlo. Il capitano azzurrostellato sorride, sa di aver blindato la vittoria degli azzurrostellati parando il rigore e compiendo altri interventi spettacolari ed efficaci. Sovrastato dai compagni, stavolta l'espressione del portiere napoletano è diametralmente opposta a quella che aveva a fine primo tempo ad Andria. Un giovane di 38 anni che continua a divertirsi, a volare e portare punti alla sua squadra.
NOVE alla faccia incredula di Pietro Baccolo che, a pochi secondi dal 90', si vede negare da un gran colpo di reni di Marruocco la gioia del gol che avrebbe potuto riaprire il match. L'ex centrocampista azzurrostellato, che in estate era stato nuovamente vicino alla Paganese, fra mani in faccia e mani fra i capelli, resta nella porta avversaria per diversi secondi, prima di essere consolato dallo stesso portiere, suo ex compagno di squadra due stagioni fa, con una pacca sulla testa.
OTTO gli ex della partita, sicuramente una delle più accese da questo punto di vista. Le vicende estive hanno fatto sì che crescesse la flotta di ex, con Cunzi, Carcione, Esposito, Caruso e Longo che hanno viaggiato sull'asse Pagani-Catanzaro in direzioni diverse fra loro. A questi bisogna aggiungere anche il dg Preiti, passato in giallorosso la scorsa primavera, Baccolo che ha vestito l'azzurrostellato due stagioni fa e Maiorano, il quale vanta 19 presenze con la maglia delle aquile fra settembre e dicembre 2014. E pensare che potevano essere di più, visto quanto ha lottato Preiti per avere Grassadonia e Deli in estate. Prima della gara Grassadonia comunque si è seduto sulla panchina del Catanzaro, ma solo per salutare il "titolare" Somma e parlare con lui forse della Salernitana, ex squadra - quanti ex! - di entrambi...
SETTE i secondi in cui Reginaldo, dopo aver dribblato Grandi e messo in porta il pallone, resta a terra in ginocchio con le braccia alzate. Non si è capito subito se la palla fosse entrata o meno, con l'arbitro che ha impiegato qualche secondo per indicare il centrocampo e il brasiliano che non voleva proprio saperne di alzarsi. Fatto sta che lo stesso Deli, il primo ad esultare con lui, si è avvicinato a Reginaldo in punta di piedi per capire cosa stesse accadendo. Un po' di trepidazione e poi l'abbraccio collettivo. E noi in ansia...
SEI alla prova del centrocampista Stefano Maiorano, che ieri ha esordito dal 1' con la maglia della Paganese. L'esperto centrocampista di Campagna, con una barba che ricorda il bomber dei bomber Moscardelli, in campo è stato un autentico guerriero, dando il suo contributo fin quando le gambe hanno retto. Quando sarà al top, vedremo all'opera davvero un gran giocatore.
CINQUE le gare senza vittorie della Paganese al "Ceravolo", terreno tabù per gli azzurrostellati che mai avevano sbancato lo stadio calabrese. Al sesto tentativo è andata bene alla formazione di Grassadonia, che da CINQUE anni di fila perdeva a Catanzaro. Tradizione negativa inaugurata nel campionato 2011/2012, quando finì 2-1 per i locali; stesso risultato l'anno successivo, mentre nella stagione in cui non si retrocedeva la Paganese perse addirittura 3-0. Lo scorso anno, invece, il match fu deciso da un eurogol di Olivera. Solo un anno e mezzo fa gli azzurrostellati sono riusciti ad uscire indenni dal "Ceravolo" con Sottil allenatore: Calamai pareggiò il gol di Ilari.
QUATTRO i giorni trascorsi da Andria-Paganese e, come sottolineato in questa rubrica qualche giorno fa, anche stavolta i commenti sono completamente diversi. Mercoledì sera la situazione era abbastanza complicata, da ieri è tornato il sereno. I giudizi, ovviamente, riguardano in particolare Marruocco e si è passati da "Cosa dobbiamo fare ancora con Marruocco, ha 40 anni, deve prendere la pensione" a "Grande Marruocco, è il Buffon della Lega Pro". Ah, quell'equilibrio...
TRE anni e mezzo sono passati dall'ultimo gol italiano (forse l'ultimo in generale, non si sa) di Reginaldo Ferreira Da Silva. L'attaccante classe '83 mise il suo ultimo sigillo nel Belpaese il 13 gennaio 2013 in un Torino-Siena finito 3-2. Reginaldo pareggiò la rete di Brighi, poi alimentò le speranze bianconere servendo l'assist a Paolucci per il gol che accorciò le distanze. Un gol fortuito a Torino (clicca qui per vedere il video di quella gara), una bella cavalcata a Catanzaro per il 2-0. Da quel momento in poi iniziò la parabola discendente di Reginaldo che, se a posto fisicamente, può fare la differenza in questo campionato.
DUE i terzi di gara giocati da Antimo Iunco prima di uscire per infortunio. A proposito di qualità, quella sopraffina dell'ex attaccante del Chievo si è vista eccome nella prima parte di gara. Nonostante non sia supportato dalla migliore condizione fisica, Iunco sfiora il gol, propizia le due reti che decidono il match e inventa per i compagni anche da fermo, anche quando non riesce più a sostenere i ritmi del match. Giusto il tempo di pensare "Certo che appena entra in forma, questo farà la differenza" ed ecco che esce dal campo portato a spalla e con un ginocchio malconcio. Urgono rimedi contro il malocchio.
UNO il match giocato fuori casa dalla Paganese con la maglia bianca, quella classica da trasferta. Contro Matera ed Andria gli azzurrostellati, per evitare contrasti cromatici con gli avversari, avevano utilizzato la terza maglia, quella gialla. Nulla da dire sulla divisa: è davvero bella. Però evidentemente non porta troppo fortuna, visto che al primo tentativo in bianco, la Paganese ha guadagnato tre punti e sfatato un tabù che durava da anni. La maglia gialla sembra avere lo stesso destino della maglia verde negli ultimi due anni. Uno la butta lì, poi...
ZERO i motivi per vietare la trasferta ai tifosi della Paganese. Chiariamolo subito: certamente non ci sarebbe stato un esodo, ma non è stato permesso a nessun tifoso di seguire la squadra a Catanzaro. Decisione inspiegabile anche perchè nei cinque precedenti non si è segnalato alcun episodio di tensione e i rapporti fra le due tifoserie sono di indifferenza, sebbene gli ultras del Catanzaro siano gemellati da anni con quelli della Nocerina. Motivo troppo futile per vietare una trasferta. Forse c'entrano gli scontri di domenica scorso post-derby con la Casertana? Si chiama prevenzione?
Danilo Sorrentino
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