LA PAGANESE VISTA DA... NOCERA

LA PAGANESE VISTA DA... NOCERA

14.02.2016 20:51



Ci s’innamora ogni partita di più di questa Paganese che anche a Messina, nella domenica in cui lo stadio è stato intitolato a Franco Scoglio ex allenatore dei siciliani, ha sciorinato gran calcio e sfiorato la vittoria. Anche a Messina la tradizione ci accompagna e confermiamo di essere la bestia nera dei peloritani che in quarant’anni di sfide non ci hanno mai battuto né a domicilio, con oggi due vittorie e due pareggi, né a Pagani.
Ci s’innamora perché diverte, è spavalda, s’impone, ha coraggio, crea, segna li subisce ma è viva in ogni partita, senza accontentarsi mai, commettendo peccati di gioventù, non crocifiggiamo Acampora anche se è clamorosa l’autorete, essendo sfortunata ma allo stesso tempo fortunata. Questa Paganese racchiude l’essenza del gioco del calcio in tutte le sue sfaccettature. A Messina ancora una volta recriminiamo per le occasioni fallite in momenti cruciali con la traversa di Caccavallo, che poteva essere lo zero a due, e successivamente con il palo di Deli, dopo quel gran gol di testa sulla pennellata di Caccavallo, che poteva significare invece l’uno a tre.
Ritroviamo il gol di Carcione, con le sue velenose conclusioni dalla distanza, e Deli che migliora di partita in partita. Continua il momento positivo per una Paganese che è imbattuta in questo avvio di 2016, con tre pareggi e tre vittorie, sei gare che hanno un unico comune denominatore ossia di una squadra che ormai è padrona di sé e del suo modo di giocare.
Per la sfida con il fanalino di coda, che sino ad ora ha vinto una gara quella contro di noi all’andata, perdiamo due pezzi importanti come Esposito e Cunzi ma chi li sostituirà dovrà avere la stessa fame che hanno questi due mattatori che sudano in lungo e largo la maglia, essendo stati tra i più continui della stagione. Occhio a cali di tensione e approcci sbagliati.
La sconfitta con la Lupa Castelli all’andata rappresentò la prima sconfitta stagionale prima di una serie di partite che ci lasciarono l’amaro in bocca e occasioni buttate al vento. Ora il vento spira sulle nostre vele che sono gonfie come il petto che mostriamo a qualsiasi avversario che affrontiamo ed allora. AVANTI COSI’ PAGANESE!

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