L'ATTESA VISTA DA NOCERA: QUANDO IL MOSTO NON DIVENTA VINO
Domenica scorsa 11 novembre, come tutti sanno, si è festeggiato S. Martino, ed un famoso proverbio recita: "Dopo S.Martino ogni mosto diventa vino". Secondo la tradizione dei viticoltori, dopo questa ricorrenza, il mosto, messo a fermentare durante il mese di settembre nei recipienti, da posa inizierà a trasformarsi in vino. In casa Paganese quel mosto, mister Fusco chiamato in estate alla guida della Paganese, a settembre non s'è trasformato in vino restando aceto, a causa dell'assenza di risultati. In società avevano pensato che bastava un promettente e giovane viticoltore per fare con dell'uva scadente un'ottima vendemmia ed un vino pregiato, ma purtroppo l'esperimento non ha funzionato e per adesso quel mosto è rimasto posato in fondo alla damigiana, come la Paganese è rimasta in fondo alla classifica. A Fusco imputo una sola mancanza: quella di aver sprecato l'occasione di uscirne da questa situazione alla grande, dimettendosi, ed invece è rimasto ancorato alla panchina. Questione di scelte che non comprendo ma rispetto. Come il rispetto per il calciatore e capitano Fusco, per quel gol a tempo scaduto nel 2012 in C2 quando ci regalò la vittoria interna con il Fano, che ci permise di giocarci ancora i play-off poi vinti con il Chieti. E' stato troppo sotto pressione in quest'avvio di esperienza da allenatore e forse l'ha capito sulla sua pelle. L'euforia di cimentarsi in panchina gli ha fatto distogliere dal mirino l'obiettivo principale di avere garanzie totali sulla struttura della squadra, che ha limiti in tutto, restandone travolto. E' giovane e maturerà il roccioso ex difensore di mille battaglie, che ha dimostrato tanta voglia di arrivare e abnegazione per il suo lavoro. Qualità che, per il momento, non sono state premiate e certamente non solo per colpe sue, anzi resta il meno colpevole.
Le colpe hanno sempre delle gerarchie e provengono dall'alto e nell'ultimo periodo, nelle scelte tecniche, questa società sta facendo collezione di errori. Con l'esonero di Luca Fusco, nel giro di poco più di un anno solare, sono stati già quattro i cambi in panchina. Da Matrecano, esonerato dopo una giornata, a Favo, al quale subentrò per manifesta disperazione De Sanzo che raggiunse la salvezza ai playout, poi Fusco ed infine il ritorno di Fabio De Sanzo. Un fallimento totale del progetto attuato dalla società in quest'anno trascorso a sperare in soluzioni estreme che hanno portato solo a disastrosi risultati. L'errore più grave è che parliamo di una società veterana della Serie C e non neofita della categoria, per la quale ci sarebbe un giusto alibi. Al di là di quelle che sono le risorse economiche. Allenatori inesperti che, sommati ad una struttura deficitaria delle rose messe a loro disposizione, hanno determinato il calvario degli ultimi due campionati. Mai come l'altra sera, tra noi cronisti che seguiamo la Paganese da anni, non c'era un mezzo dubbio su chi fosse il sostituto di Fusco. Troppo facile, quasi scontato e quando lo dicevo a qualche amico che mi telefonava che invocava Capuano o si aspettava Erra, io sorridevo vincendo varie scommesse. Roba da pazzi. Nulla contro la "Muraglia Difensiva di Castrovillari", al quale va il mio personale in bocca al lupo con l'augurio che da sabato sfati il tabù Marcello Torre, ma era la scelta più opportuna, per la società, essendo ancora sotto contratto, in questo momento e senza nulla a pretendere, ovvero richiesta di rinforzi. Vietato parlarne.
Infatti nella conferenza stampa, il neo tecnico azzurro sull'argomento ha dichiarato: "Dovrò prima valutare il materiale a disposizione". E cosa c'è da valutare con una squadra che non ha mai vinto neanche un'amichevole ed una difesa che è la peggiore di tutta la Serie C? Una cosa non mi è chiara. Ma non era più logico, doveroso e riconoscente riconfermare De Sanzo, come giusto che fosse, a salvezza ottenuta? Se non s'è fatto, è perchè lo si è ritenuto inadeguato per guidare una formazione in serie C, se non per tamponare nel dopo Favo? Parlo di logica ma qui è tutto illogico. Ma mi chiedo ancora: che senso ha cambiare chef quando gli ingredienti sono di poca qualità? A questa Paganese servono i rinforzi, non i cambi d'allenatore. Anche perchè qualsiasi altro allenatore chiamato al capezzale di questa derelitta Paganese, minimo avrebbe chiesto 3-4 calciatori.
Mi ha fatto specie poi notare, rispetto all'altra volta quando De Sanzo sostituì Favo, una certa freddezza sul suo ritorno, quindi anche quel paracadute determinato dall'essere l'uomo della provvidenza, con la sua proverbiale Kazzimma, ora è più sfumato e non suscita ardore nella piazza. Una piazza stanca di tanta approssimazione ed improvvisazione della società che ha gridato BASTA, alle continue umiliazioni tecniche, attraverso un comunicato redatto dalla CURVA NORD. E se si son stancati anche loro è tutto dire. Caro Fabio, questa volta oltre alla Kazzimma serve altro, in una squadra ancor più debole rispetto a quella che miracolosamente s'è salvata con te alla guida nello scorso maggio. Se ci riuscirai ti santificheranno, altrimenti anche tu diventerai una bandiera sgualcita passata nel frullatore di questa società, come Fusco che è stato sedotto e abbandonato.
Ora c'è il derby, lasciamo le polemiche da parte per novanta minuti e sosteniamo gli azzurrostellati, come se non ci fosse un domani. E chissà che il brutto anatroccolo, per una notte, non si trasformi nel principe azzurro, come in tutte le belle favole. Nell'attesa, mi auguro uno scatto d'orgoglio da parte di tutti i calciatori, contro questa Cavese per nulla trascendentale, e dove non arriva la tecnica fateci arrivare il cuore. Almeno domani sera lottate con ardore e tarpiamo le ali all'aquilotto, mandandolo in crisi con la terza sconfitta consecutiva. Se non ci riuscirete, almeno onoratela sino in fondo questa maglia che indossate, per voi stessi e per chi vi segue ancora. Buona Fortuna Fabio e sempre Forza Paganese, con la speranza che il tuo ritorno in panchina coincida con la prima vittoria stagionale nel derby con la Cavese. Sarebbe una piccola scintilla per questa stella che non splende più!
Peppe Nocera
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