A BOCCE FERME - FOGGIA SOLIDO ED EFFICACE: 6 SU 6! NOTTE FONDA A CATANZARO

Non sarà un Foggia spettacolare quello che, dopo la sesta giornata di campionato nel girone C di Lega Pro, mantiene la vetta della classifica a punteggio pieno. Ma è certamente solido ed efficace. Magari pronto a tramortirti quando meno te lo aspetti e senz'altro cinico. Se ne è accorto il Taranto che, in un primo tempo assai disciplinato, aveva ingabbiato i rossoneri con un assetto tattico accorto che ha messo Vacca in condizione di non nuocere e gli attaccanti, ancor di più, di non ricevere palle giocabili per far male. Un po' ciò che è accaduto domenica pomeriggio alla Paganese col Monopoli. La differenza l'ha fatta ad inizio ripresa un tiro-cross di Angelo. Un colpo estemporaneo che ha ribaltato completamente gli equilibri della partita. Fosse successo lo stesso anche al Torre, chissà come sarebbe finita. Ma chi può dirlo. Ma il calcio è così e frequentemente, in casi simili, finisce per premiare chi può vantare un tasso tecnico superiore alla media. E il Foggia, che questi benefit li ha, avrebbe potuto chiudere il match più di una volta con le praterie aperte dagli ionici. Lo ha fatto in pieno recupero ma tanto basta.  
Tutto secondo copione, invece, per il Lecce che batte a domicilio un malandato Siracusa. Tuttavia, come per il Foggia, non è stato un primo tempo brillante per i salentini che hanno condotto le operazioni rischiando, però, anche tanto. Poche le occasioni create dai giallorossi e più lineare quella aretusea col miracolo di Bleve su Catania. Musica diversa nella ripresa, quando era evidente che il Siracusa avrebbe pagato lo sforzo profuso nel primo tempo, cedendo alla distanza. E, con l'ingresso di Pacilli e Caturano, la musica è definitivamente cambiata. Pugliesi padroni del gioco e doppio vantaggio alla fine dei giochi meritato.  
Tiene botta il Matera che inizia a progredire dal punto di vista del gioco. Senza storia la trasferta con la Virtus Francavilla il cui terzo stop consecutivo, dopo un inizio di stagione positivo, comincia a destare preoccupazioni. Il gap tra le due squadre è apparso evidente al di là del punteggio finale. Sugli scudi Armellino, il ragazzo terribile di Sorrento che, tra gli altri, in rossonero fu tenuto a battesimo da un certo Maurizio Sarri. E già all'epoca si intravedevano qualità e personalità del giovanotto, a cui l'attuale trainer del Napoli non risparmiava qualche "bacchettata" formativa. Due gocce di rugiada le punizioni che hanno messo ko la Virtus e gara messa in frigo già prima dell'intervallo. E pensare che Armellino, a Reggio Calabria, era stato utilizzato con profitto anche come centrale difensivo.  
La Juve Stabia, a Fondi, ai fini del pari risolutivo ha pagato un primo tempo pieno di errori e di non raffinata concentrazione. Topiche che hanno portato al 2-0 laziale, al netto di una partita provata a condurre nella metà campo di casa. Più ordinata la ripresa, anche se due fattori si sono rivelati decisivi: l'ingresso di Lisi, colui che alla fine ha colmato da solo il doppio svantaggio, e l'espulsione di Bertolo sull'1-2 rimediata per un doppio giallo ad appena dieci minuti dal suo ingresso. Un contrattempo che ha indotto il tecnico dell'Unicusano, Pochesci, ad accusare l'arbitro di aver confuso la Juve Stabia con la più "blasonata" Juve di Massimiliano Allegri. Una battuta velenosa ma che va capita. Fatto sta che il pareggio conclusivo ha premiato la reazione d'orgoglio delle Vespe. E se il Fondi, in appena una settimana, è riuscito a farsi rimontare due volte un doppio vantaggio, e per giunta in un fazzoletto di minuti nella ripresa, qualcosa per cui fare autocritica evidentemente c'è soprattutto nell'aspetto mentale della squadra.
Ha chiuso in parità il Cosenza, forse l'unica squadra che potrà dare fastidio al quartetto di testa, il derby con la Reggina. Un risultato che ci si poteva pure attendere considerata la pareggite da cui sono afflitti gli amaranto (quattro, record per ora nel girone). Alla fine le due rivali di sempre non si sono scalfite e sono andate in bianco. Ma, strano a dirsi, il punto va più stretto al team di Zeman per via della mole di gioco prodotta ma accompagnata, come spesso succede, da una certa sterilità offensiva. Insomma, la sensazione è che questa Reggina potrebbe avere una classifica ben diversa con un attacco più qualitativo e che sappia giocarsi soluzioni di vario tipo. Perché, se imposti la gara per comandare la battaglia, concedendo solo qualche ripartenze agli avversari, e poi non vinci e neanche ti procuri palle-gol credibili, un problema di fondo esiste a va curato.  
E' invece un treno in corsa la Casertana che, con ogni probabilità, sta assumendo sempre più sicurezza nei propri mezzi, confortata anche dagli ultimi risultati positivi. Dal blitz del Torre a quello di Vibo Valentia, con lo stesso punteggio (0-1): il gioco, così come lo vuole Tedesco, deve ancora attendere, ma la solidità di gruppo cresce di partita in partita. Non è un caso che, nelle ultime quattro sfide, i falchetti non abbiano preso gol (congelando, ovviamente, quello col Taranto, arrivato solo su rigore) risultando, allo stato attuale, la migliore difesa del girone con appena tre reti incassate, al pari della coppia di testa Foggia-Lecce. Proprio questa compattezza ha ridotto ai minimi termini la Vibonese, che una reazione, soprattutto di inerzia, l'ha avuta solo alla fine. E se poi hai i "calibri" che possono farti la differenza, finisce che le vinci anche queste partite. Nella fattispecie ci ha pensato Massimiliano Carlini, il "conte Max". Un altro elemento transitato per il Sorrento dei bei tempi e che, proprio dalla costiera, ha spiccato il volo.
Guadagna posizioni anche l'Akragas di Lello Di Napoli, che va a sbancare addirittura il Massimino. Una impresa resa possibile da un mix di sagacia tattica e di provvidenziale fortuna. Nel primo tempo, infatti, il Catania è andato a sbattere costantemente contro il muro eretto dal Gigante, senza creare granché dalle parti di Pane, mentre nella ripresa le occasioni sono arrivate, e anche tante. Su tutte, la traversa colpita da Di Grazia, il migliore tra i rossoazzurri, e la rete annullata a Calil. Poi, come la legge del calcio a volte impone, è arrivata la scudisciata di Zanini in pieno recupero nella più classica delle sortite in contropiede. Una punizione troppo severa per gli etnei che questo derby avrebbero meritato proprio di vincerlo.
L'ennesima sconfitta, stavolta in casa della Fidelis Andria, costa cara al tecnico del Melfi Nicola Romaniello. In terra normanna tornano Dino Bitetto e il suo fido preparatore atletico Pasquale Sepe. Quartetto storico quasi ricomposto con Andrea Destino, che già faceva parte dello staff gialloverde, mentre manca all'appello Pasquale Visconti, oggi collaboratore di Renato Cioffi nella Primavera dell'Avellino. Una decisione tanto dolorosa quanto necessaria. Il Melfi, adesso, è la difesa più perforata del girone con 13 gol subìti. Dà pochi segni di vita e non incoraggia un ambiente nel quale l'effetto ripescaggio, con gli entusiasmi che aveva generato, sta già evaporando. Bitetto, insomma, sembra l'uomo giusto al posto giusto. Non solo per la sua esperienza, ma anche per la credibilità che ha lasciato in tutto il mondo Melfi. Ma forse non finisce qui: la dirigenza sta pensando anche ad una piccola epurazione con almeno 3-4 giocatori che potrebbero rescindere anzitempo. Vedremo.
E' notte fonda per un brutto Catanzaro che rimedia la seconda sconfitta consecutiva in casa, dopo l'altro stop di Lecce, e viene ancora una volta contestato dal pubblico del Ceravolo. Per meglio dire, al di là dei fischi riservati alla squadra, oggetto di queste turbolenze è stato ancora una volta il patron Cosentino. E, come è emerso nelle ultime ore, anche la figlia, e vice presidente Gessica. Testimoni oculari riferiscono di un dito fuori posto scappato dalla mano della rampolla del massimo dirigente giallorosso. Lei parla, come riferito in un comunicato ufficiale del club, di insulti sessisti alla base di questa reazione. Ora, va bene che questo Catanzaro non dovesse stare a ridosso delle grandissime, come pure profetizzava con troppo ottimismo il ds Preiti. Ma non deve stare neanche lì, terz'ultimo in compagnia di un mucchio di squadre che magari lotteranno fino alla fine per salvare la pelle. La cura Somma sta fallendo anche perché è impensabile che l'ex trainer del Latina non sia stato capace di dare una scossa seria al suo gruppo. Ma, in casi come questi (stiamo a Catanzaro, non in un piccolo centro di provincia), incidono anche fattori ambientali sull'umore di una squadra. E l'aria non è affatto serena. Respirano, invece, i peloritani, che colgono finalmente i tre punti (e il primo successo esterno) dopo ben tre stop e un punto in quattro gare.

Stefano Sica 
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