L'ARCHIVIO RACCONTA

L'ARCHIVIO RACCONTA: UN ANGELO CHIAMATO MAMMI'

26.11.2015 23:38

Questa settimana facciamo rivivere il ricordo di Angelo Mammì attraverso le parole del figlio Fortunato, in tutti i sensi, per aver conosciuto così da vicino un simbolo della storia della Paganese e del calcio nazionale. Paganese-Catanzaro è la partita di Angelo Mammì (nella foto con Pelè dopo un'amichevole con il Santos), ed è osannato ancora sia a Pagani che a Catanzaro.

“E’ vero, papà è nato a Reggio Calabria ed il Catanzaro è stata la prima squadra calabrese ad approdare in serie A, c’è arrivata grazie anche ad una sua rete nello spareggio con il Bari nel 1971 al San Paolo e poi quel gol alla Juventus l’anno dopo, fa sognare ancora tutti i tifosi giallorossi. A Pagani venne accolto come un messia, ci ha giocato tre anni realizzando 40 reti, di cui 14 nell’anno della promozione in serie C e quell’anno so che scrissero su un muro: “Con la testa di Mammì ce ne andiamo in serie C”. Papà segnava molti gol di testa, era il suo pezzo forte, pur non essendo altissimo”.

Sappiamo che Mammì aveva la fama di duro, intransigente sul lavoro dove dai suoi calciatori pretendeva molto, il classico sergente di ferro ma in famiglia com’era?

“Era mite, tranquillo, perché si sfogava sul campo di gioco, dove s’arrabbiava molto e poi in casa stava sempre a studiare il calcio era maniacale, cercava sempre di preparare la gara nei minimi particolari”.

Ma io ti ricordo anche come calciatore della Paganese, allenata da tuo padre, nella stagione 1989-‘90...

“Era la Paganese di Giovanni Cascone fratello di Vincenzo, una Paganese giovane, ero difensore e non era facile avere il cognome pesante puoi immaginare, però papà alzava la voce con tutti anche se si sfogava più con gli altri. Ho giocato per diletto, nulla a che vedere con la carriera di mio padre, ho giocato sempre in Eccellenza, tra Angri tre anni, Sarnese, San Marzano ed Atletico Cava”.

Ci teneva ai giovani...

“Era un maestro per loro, voleva insegnare calcio e la vita, forse perciò era cosi severo, poi però tanti gli erano riconoscenti. Pensa che già negli anni ottanta a Monopoli in C2, con giovani come Giusto, Lunerti, Armenise, si arrese al Casarano solo agli spareggi”.

Ci racconti un aneddoto?

“Ecco proprio a proposito di giovani, mio padre era il vice allenatore di Carletto Mazzone a Catanzaro in serie A ma allenava anche la Primavera e c’era un giovane che si chiamava Massimo Mauro e mister Mazzone chiese a mio padre se era il caso di girarlo in prestito. Mio padre si oppose dicendogli che se lo avesse messo in Prima squadra non l’avrebbe più tolto. Poi sapete la carriera che ha fatto”.

La famiglia Mammì poi s’è stabilita a Pagani ... 

“Con piacere, Pagani è la nostra seconda casa ed i paganesi resteranno sempre nei nostri cuori, sono come mio padre, veri, passionali. Quando passeggiavo per le strade di Pagani con lui era una via Crucis, ci fermavamo ogni due metri. Tutti a salutarlo ad offrirgli il caffè, l’hanno sempre voluto bene aldilà del calcio”.

Papà non poteva né giocare né allenare oggi..

“Non amava i compromessi né i sotterfugi. Penso che per questo non ha fatto la carriera che avrebbe meritato, come vedeva qualcosa fuori dai suoi binari, dal suo modo di vedere lo sport, il calcio, lasciava tutto”.

Grazie Fortunato per averci aperto il cassetto dei ricordi

“Grazie a Pagani e ai paganesi, al presidente Trapani per essersi messo a disposizione per quest’iniziativa per ricordare mio padre a 15 anni dalla sua scomparsa, al Comune di Pagani e a Pasquale Sorrentino che è stato il vero promotore. Ci vediamo sabato e FORZA PAGANESE!"

© Paganesemania - Riproduzione riservata

Commenti

GUERRI AVVERTE IL CATANZARO: "PER NOI E' UNO SNODO CRUCIALE"
LA RASSEGNA STAMPA DEL 27 NOVEMBRE