UN ANNO DI PAGANESE
Il 2014 della Paganese ha vissuto due fasi distinte e diverse tra loro, come le facce della stessa medaglia.
Il presidente Trapani era convinto che nell’estate precedente avesse messo a disposizione del tecnico Maurizi, non scelto da D’Eboli, una squadra discreta che potesse puntare addirittura al nono posto che dava all’accesso ai play-off.
Vent’anni di età media, provenienti dalle varie Primavera, come il portiere Svedkauskas dalla Roma, la conferma dal Pescara del difensore Perrotta, Deli pescato in D nella Palestrina, gli attaccanti William dal Genoa, Beretta della Sampdoria e Novothny dal Napoli, più un paio di veterani come Marruocco e Giampà.
Un mix che non sortì l’effetto sperato se non quello economico, con gli introiti dei contributi federali, avendo il paracadute di un campionato sena retrocessioni.
Maurizi venne sollevato proprio di questi tempi, un anno fa dopo il pari con la Salernitana che lascerà a fine stagione quattro punti su sei agli azzurri e così da gennaio arriva la coppia Belotti-Fusco.
Dopo due ottimi pareggi con il Benevento al Torre, all’esordio il 5 gennaio 2014, ed a Pontedera sempre per 1-1, nelle successive nove gare la musica non cambia: otto sconfitte ed una vittoria, quella contro il Prato del 2 febbraio per 0-1 con rete di Deli, poi il pari con il Gubbio e la vittoria sulla Salernitana già ai play-off. Un bagliore nell’oscurità di una stagione da dimenticare.
A metà giugno inizia la rivoluzione: questa volta si fa sul serio nella nuova Lega Pro con un campionato che prevede retrocessioni non si può sbagliare.
Trapani e D’Eboli individuano in Cuoghi il tecnico a cui affidare la nuova Paganese che lascia da parte i giovani e punta sull’esperienza: con il confermato Marruocco, arrivano Bocchetti, Armenise, Vinci, Caccavallo e Girardi oltre a giovani di qualità come Baccolo, Calamai ed Herrera. Ma i risultati non arrivano.
Nelle prime sette giornate la Paganese conquista cinque sconfitte, di cui tre in casa, una vittoria contro il Messina ed un pari, all’esordio, a Matera.
I malumori serpeggiano tra la società ed il tecnico, a causa del figlio Marco presente in rosa, troppo integralista nel suo 3-5-2, non adatto ai calciatori a disposizione che snatura come Herrera, che viene impiegato da centrocampista, lui che è un attaccante esterno.
La sconfitta interna con la Juve Stabia chiude il rapporto tra Cuoghi, il figlio e la Paganese che lo esonera e dopo aver corteggiato Campilongo, che declina l’invito, s’affida a Sottil.
Con il tecnico piemontese si cambia modulo, si passa al 4-3-3. Arrivano De Liguori e Bernardo ed è un’altra Paganese: in undici partite ottiene sei vittorie, tre pareggi e due sconfitte.
Un doppio tris di vittorie esterne, Ischia, Savoia, Aversa, inframmezzato dalla sola sconfitta di Salerno, alla vigilia della quale arrivano grane giudiziarie per il presidente Trapani e suo fratello Antonino.
Fermata la capolista Benevento, che pareggia al Torre grazie ad un rigore generoso, batte il Catanzaro prima della sconfitta a Martina che chiude l’anno, con un nono posto in classifica, dopo una risalita incredibile dal penultimo posto. Auguri Paganese, e buon 2015!
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