FOCUS - L'INTRAMONTABILE SCARPA, PROTAGONISTA DELLA PAGANESE DI IERI E OGGI
L’immagine di una domenica amara e beffarda è nella fotografia di fine gara quando la squadra, come ormai da consuetudine, si avvia sotto la Curva Nord Francavilla per ricevere l’applauso strameritato degli ultras. In quel preciso istante balza agli occhi del pubblico del Torre il frame che ritrae il nostro uomo copertina della settimana. Il volto di Francesco Scarpa diceva tutto, di quello che poteva essere e non è stato. Sì, perché dietro una vittoria mancata di un soffio e che sembrava ormai in cassaforte c’è tutta quella voglia di riscatto di un calciatore, che lo va ripetendo in ogni occasione, ama la maglia azzurra della Paganese e la sente come una seconda pelle. È stato fin troppo facile individuarlo come protagonista del nostro focus. Due reti di rapina, di rabbia e di tecnica.
Un mix di esperienza e di opportunismo che non si può non rimarcare quando la carta d’identità indica la soglia degli anta. Invece il jolly di Torre Annunziata è ancora lì, a trascinare i compagni e ad infiammare il suo pubblico. Quella platea che è disposta a rendergli tutti gli onori del caso ed a perdonargli ogni errore, anche quando il classico egoismo frutto di genio e sregolatezza lo porta ad ignorare un compagno meglio piazzato davanti alla porta. Forse il rammarico dell’ambiente per la vittoria sfumata è anche minore rispetto alla delusione provata da Scarpa al termine della sfida con la Virtus Francavilla. Relegarlo in panchina per gestirlo al meglio sotto il profilo fisico sarà anche una scelta saggia da parte di Erra, però quando sveste la pettorina sulla linea mediana per subentrare ad un compagno ogni spettatore del Torre prova una sensazione particolare.
Il legame tra il simbolo della Paganese targata Trapani e la tifoseria è qualcosa di terribilmente indissolubile. Un amore reciproco che travalica i confini del rettangolo verde. Tra Ciccio e la nostra città è amore vero, sbocciato forse già dall’estate del 2006 quando la neopromossa Paganese in C2 cominciava a sudare ad Acquasanta Terme. Perché attorno al suo talento si stava costruendo qualcosa di importante, nonostante bisognava attendere ancora qualche mese per vederlo in campo. Tante reti, assist a grappoli, qualche incomprensione superata nel passato con la tifoseria. In questa storia di calcio “sentimentale” non manca nulla. Il finale non è stato ancora scritto perché Scarpa non molla. Lo ha fatto capire anche a qualche scettico o presunto addetto ai lavori che dice di masticare di calcio. La storia di Francesco Scarpa è invece lunga, sempre con la Paganese nel cuore.
Francesco Pepe
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