QUATTRO CHIACCHIERE CON...LELLO DI NAPOLI: "A PAGANI FACEMMO UN GRAN CAMPIONATO IN UNA SITUAZIONE DIFFICILISSIMA"
Questa settimana, ospite della nostra rubrica, è l’allenatore dell’Akragas, Raffaele Di Napoli, prossimo avversario della Paganese domenica al "Torre". Napoletano, dallo scorso luglio è diventato allenatore, acquisendo il patentino Uefa A presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano. Una lunga carriera al fianco di Sasà Amato, Sasà Campilongo e Arturo Di Napoli, da cui lo scorso anno ha ricevuto in eredità la panchina del Messina dopo la squalifica dell’ex attaccante di Inter e Napoli. Tutti affettuosamente lo chiamano Lello, persona seria, affabile e preparata. Dopo l’esperienza di sei mesi al Messina, in estate, la dirigenza della società dei templi, su indicazione di Peppino Tirri, deus ex machina dei siciliani, lo ha scelto come allenatore della prima squadra dell’Akragas. "E' stata una grande soddisfazione essere chiamato dalla dirigenza agrigentina dopo esserci stato da giocatore. Ora mi cimento da allenatore della prima squadra e, tra alti e bassi, cerchiamo di centrare l’obiettivo prefissato dalla società: una salvezza tranquilla".
In pochi lo ricordano, ma sei stato anche alla Paganese come allenatore in seconda...
"Ho tanti ricordi. Arrivai per fare da secondo a mister Amato. C'era una dirigenza fatta da tre appassionati giornalisti (ride, ndr) che con passione e anche competenza iniziarono la stagione. Svolgemmo il ritiro in sede a Corbara con il compianto De Caprio e Gaetano Battiloro che fece un po' di mercato portando a Pagani un giocatore del calibro di Sergio Ercolano, che poi ha fatto una grande carriera. Ricordo che in squadra c’erano calciatori come De Franco, Fabio Marrazzo, Festa e il bomber Alessandro Castellano. Facemmo un grande campionato: arrivammo sesti in classifica in una situazione difficilissima. Poi l’avvento di Righi, l’esonero di Amato e la panchina che fu affidata ad un giovane come me. Feci leva sul gruppo e non sbagliai".
Poi hai cominciato a seguire Campilongo. Dalla Cavese all'Empoli in B, passando per Avellino e Frosinone.
"Sono stati degli anni e delle esperienze che mio hanno insegnato molto".
Hai qualche aneddoto da raccontarci?
"Ricordo con piacere la vittoria in casa contro il Milazzo per due a d uno e soprattutto le sfide al Ragusa di Cassia che si avviava a vincere la serie D. Giocammo due partite davvero encomiabili e soprattutto con un pubblico che ci sosteneva e ci spingeva a dare sempre il massimo".
Come era il pubblico paganese?
"Passionale e competente e da sempre molto vicino alla squadra".
Non è la prima volta che torni da avversario. Foggia e Messina le volte precedenti.
"In effetti sì ma stavolta è diverso. Arrivo da allenatore capo e spero che sarà una partita tirata ed agonisticamente valida. Poi, alla fine vinca il migliore augurandomi che la Paganese possa riprendere la prossima settimana contro la Vibonese (giù un’altra risata, ndr)".
Che partita ti aspetti?
"Entrambe le squadre vengono da una domenica non proprio brillante, loro sconfitti immeritatamente a Fondi e noi da un pareggio all’Esseneto contro un Messina che non ha mai tirato in porta. Mi auguro, ripeto che sia una gara corretta".
Carmine Torino
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