LA PARTITA DEL TIFOSO - TU QUOQUE, CICCIO, CAPITANO MIO!?
“Tu quoque, Ciccio, capitano mio!?”. Ecco cosa avrebbe detto un illustre tifoso della Roma che fu, quella che vinceva sui campi (di battaglia) di mezzo mondo, se domenica scorsa si fosse reincarnato in un tifoso della nostra Paganese. Sì, Ciccio caro, tu proprio ci sbagli il rigore che, quasi certamente, ci avrebbe condotti alla vittoria?
Però io devo essere sincero con voi: i tre (anzi, due in più) punti ci avrebbero fatto tanto comodo, dopo il tour de force delle prime tre gare, ma molto probabilmente non avrebbero mascherato - almeno non del tutto - una prova insufficiente. Ho sentito l’allenatore parlare di una gara giocata bene, in particolare nel secondo tempo, frazione in cui è mancato solo il gol. È evidente che la nostra vittoria sarebbe stata meritata ma le note dolenti, dicevo, sarebbero rimaste. Nel periodo in cui le squadre erano ancora in parità numerica abbiamo fatto molto poco e, a tratti, la manovra degli avversari è apparsa più sciolta ed efficace. Abbiamo dovuto aspettare il secondo tempo per vedere i primi effetti del loro uomo in meno; non sono mancate le occasioni, anche al di là del rigore però: la nostra manovra è stata troppo lenta (e di conseguenza prevedibile); non ricordo un guizzo a regalarci una superiorità numerica; troppo imprecisi gli attaccanti. E per finire, a mio modesto avviso, la confusione dello “riò, riò’” degli ultimi minuti, con tutti gli attaccanti, tranne Guadagni (eh, proprio lui era stato sostituito. Di nuovo!) in campo a creare più confusione che reali pericoli alla porta avversaria. L’esperimento Benedetti in cabina di ragia non ha dato i frutti sperati. Un mio/vostro (un po’ di tutti, insomma) eminentissimo amico mi scrive: “Secondo me gli va dato tempo” e poi: “A lui come ad altri” e poi, ancora: “È arrivato 10 giorni fa” e io: “Diamogli tempo. Bast che 's moven!”. Eh sì, perché, con la pazziella, siamo alla quarta giornata e due punti cominciano a essere pochini.
E poi c’è una cosa che proprio non mi scende ed è questa: da quando, dopo anni in cui sembravano non riuscire a mettere manco la palla a centro, è il terzo campionato che giochiamo contro la Cavese. Volete sapere a che stiamo? Eccovi i numeri: 6 partite (una di coppa), 3 sconfitte (in trasferta), di cui una oserei dire piuttosto umiliante e 3 pareggi (tutti in casa), con all’attivo un solo gol fatto e una marea magnati (ah Cicc!!!).
E allora la volete sapere una cosa? Io questi meravigliosi 15 anni di C1, 9 consecutivi, li voglio vedere pesare, in mezzo al campo (e anche fuori). Vorrei vedere la baldanza e la sicumera di chi sa ormai tutto di tutti e come funziona il pallone che gira. Per carità, siamo pur sempre una piccola realtà, nei numeri, ma se non iniziamo a pensarci come una grande realtà, contro chi più piccolo lo è almeno per storia recente, mai potremo pensare “in grande”, qualora ci fosse realmente la volontà di farlo.
Ciò detto: Forza Paganese!
Alberto Maria Cesarano
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