LA PAGANESE VISTA DA... NOCERA
E' una fiducia che è venuta a mancare, quella della società verso Cuoghi in queste ore di riflessione dopo la terza sconfitta casalinga, la quinta in totale. Ma c'è una fiducia ancor più grave che scricchiola, quella della piazza, dei tifosi verso Trapani e la società. Un malumore che cresce se fai un giro sui social network che s'interessano della Paganese o se cammini per strada e cominci a parlare di Paganese. Questo è un dato preoccupante che merita un approfondimento, dopo l'ennesima falsa partenza in un campionato di C1 ed alla vigilia di un probabile ribaltone tecnico. Come sempre a me piace parlare con i numeri fedeli compagni di viaggio di chi ha a che fare con la materia calcistica. I numeri sono lo specchio di una squadra e del suo rendimento e le annate vissute in C1 dalla Paganese nell'era Trapani sono a dir poco tribolate, sempre sul filo del rasoio. In giro c'è chi non da più credito all'operato della società che da oltre ad un decennio è alla guida della Paganese, dopo la nuova falsa partenza figlia dei soliti errori. Le scalee del "Torre" sono vuote, oltre per una crisi economica, che ha modificato il vivere quotidiano, oltre per un esubero di offerta televisiva fatta di telecomando e pantofole anche per una sfiducia votata al progetto Trapani. Chiariamo subito una cosa. A questa società vanno dato i meriti per aver risollevato da un fallimento sicuro la società, facendola giungere di nuovo agli onori del calcio nazionale della serie C, con tre campionati vinti, uno di serie D oltre ad uno scudetto dilettanti e due di C2, però c'è anche l'altra faccia della medaglia con un limite che si manifesta all'approdo in C1. In questa categoria si manifestano le tante incongruenze gestionali che portano ad un abbassamento del livello tecnico, con scelte molto discutibili sul mercato ed una capacità sistematica all'errore nelle scelte e nelle valutazioni. La tifoseria si sta disaffezionando alla Paganese anche per questo motivo. Non c'è programmazione. C'è approssimazione nel progetto tecnico che cambia di anno in anno e così non si cresce. In tutti questi anni non c'è stata una crescita sotto il profilo di nuove figure di riferimento societarie che sarebbero servite anche per fare scelte consone al budget. La tifoseria, non pretende una Paganese che lotti per la vittoria del campionato ma che sia capace anno per anno di fare un passettino in avanti. Se non c'è un budget importante allora bisogna intraprendere altre strade che si possono percorrere in una società medio piccola come la Paganese, attraverso la competenza, per raggiungere i risultati. Questa società in tanti anni di C1 non ha saputo approfittare dell'esperienza maturata e questo è l'errore più grave. Quest'anno dopo il "fallimento tecnico" della passata stagione, giustificato per tante motivazioni, c'era stato tutto il tempo per creare le basi da febbraio per allacciare contatti e definire accordi, sopratutto per il capitolo degli attaccanti ed invece ci ritroviamo in rosa cinque attaccanti con tante pecche. La gestione di Trapani, con un occhio al bilancio sempre giustamente vigile, al momento non può garantire più di una sofferta permanenza in C1, già grosso sforzo ed encomiabile, ma potrebbe essere migliorata con scelte radicali e che guardino al futuro altrimenti ogni anno siamo sempre alle solite. I soldi che ci sono vanno spesi meglio uscendo da determinati meccanismi che non portano ad una crescita costante. Con questo tipo di politica la Paganese sarà destinata a vivacchiare in C1 ma basterebbe poco per migliorare i grandi sforzi che Trapani compie. E' il momento delle scelte non solo del nuovo allenatore ma anche di strategie diverse altrimenti dopo che è stata abbandonata da una parte della tifoseria, la Paganese, di questo passo sarà abbandonata anche dallo zoccolo duro.
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