REWIND - MENNELLA E LE PARATE MEMORABILI: "TANTO AFFETTO DAI TIFOSI DOPO QUEL RIGORE COL TERRACINA"
Tre le stagioni trascorse tra i pali della Paganese in Serie D: 1999/2000, 2000/2001 e 2002/2003. Poco meno di cento in tutto le presenze con la maglia azzurrostellata; tante le parate memorabili. Classe 1975, Mennella non ha appeso le scarpette al chiodo: «Gioco ancora in una squadra di Eccellenza, il Forio, dopo aver lasciato l’Ischia Isolaverde».
Partiamo dal futuro: ancora progetti nel mondo del calcio?
«Sono tornato a Ischia, ho ancora tanta voglia di giocare ma preferisco restare nella mia città. Ho una scuola di portieri e l’ambizione di trasmettere la mia passione ai giovani: è una sensazione bellissima che voglio trasmettere alle nuove generazioni».
Qual è il ricordo più bello con la maglia della Paganese?
«Ce ne sono tanti. Sarebbe difficile sceglierne uno soltanto. Ci sono tante emozioni. Paradossalmente, forse il ricordo più bello coincide con l’anno più brutto, il 2000/2001, la stagione che partì con Santin allenatore. Eravamo una squadra forte che all’inizio stentava a decollare e poi, però, concludemmo il campionato quasi a ridosso della zona play off. Quell’anno mi diede tanto a livello professionale, consentendomi di spiccare il volo tra i professionisti».
Il tuo rapporto con i tifosi?
«Nella prima partita di campionato feci un fallo da rigore contro il Terracina. E questa cosa giustamente non fu ben accetta dalla tifoseria. Mi ricordo che parlai con i tifosi, spiegando la situazione. Partecipai anche a una trasmissione televisiva a Pagani: ammisi l’errore e promisi massimo impegno per la maglia. Da allora i rapporti andarono migliorando. E ancora oggi, quando torno a Pagani, ricevo sempre tanto affetto. E non può che farmi piacere. La Paganese è stata e resta una tappa fondamentale della mia carriera».
La parata più bella con la maglia della Paganese?
«Una a Palma Campania, contro la Palmese, una squadra forte, costruita per vincere, con cui c’è sempre stato un po’ di astio».
C’è una persona a cui ti sei legato particolarmente durante la permanenza a Pagani?
«Faccio i nomi di Michele Califano, Iossa, Braca: eravamo tutti come fratelli. Con Michele ci sentiamo sempre, quasi quotidianamente, abbiamo un rapporto fraterno».
Stai seguendo le vicissitudini di quest’anno? Facciamo un pronostico sul campionato?
«Seguo da sempre le sorti della Paganese. Non ho visto la squadra all’opera ma mi informo con giornali e web. Questa è un’annata particolare ma credo che la società riuscirà a tirarsi fuori da un momento non proprio positivo. Possono capitare, nella storia, delle annate un po’ così. Spero che la Paganese riesca ad agguantare quanto prima la salvezza».
Barbara Ruggiero
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