LA PAGANESE VISTA DA... NOCERA
Ci regala un sorriso la Paganese, grazie al capolavoro di Herrera che per un attimo ci distoglie dal venerdì nero che ha vissuto la nostra Pagani e ci fa urlare ancora più forte, “Forza Enrico” e "Coraggio" alle altre due signore coinvolte nella sparatoria.
Un gol di rara bellezza figlia di una tecnica che il peperino Herrera sta cercando di plasmare, di levigare per renderla sopraffina. Siamo stati testimoni di una prodezza che ci ha riconciliato con il calcio, non esaltante, che si vede sui campi della serie C.
Un mix di coordinazione, tecnica e potenza sincronizzate nella sforbiciata di destro che non ha lasciato scampo all’impietrito Piacenti.
Una rete, la terza del panamense in campionato, che ha una moltitudine di significati: ha determinato il ritorno alla vittoria dopo la prima sconfitta dell’era Sottil e dunque una valenza psicologica attendendosi una reazione dopo Salerno. E’ servita per riprendere la marcia in termini di punti e marcare di più il proprio territorio in classifica con una posizione consolidata. E’ servita a far capire che ha assorbito anche la vicenda del proprio presidente e che avrebbe potuto far vacillare tanti calciatori e qui è servito il lavoro sia del direttore D’Eboli, ancor più saggio da sabato diventando nonno, che del tecnico Sottil nel tranquillizzare lo spogliatoio.
Questa squadra fa divertire il pubblico ed è bella da vedere con spunti tecnici interessanti, una squadra che lotta dal più esperto, come l’immenso De Liguori, al giovane Calamai che segna, spreca e soffre con l’istrionico Marruocco che blinda a suon di parate una vittoria preziosissima.
Ovviamente nulla è stato fatto ancora, manca ancora tanto al traguardo, guai ad abbassare la guardia ma le premesse per un campionato tranquillo ci sono tutte. Dopo tanti complimenti, il mio ruolo m’impone di sottolineare anche qualche critica da muovere alla formazione di Sottil.
Innanzitutto porgo a Herrera una critica costruttiva: deve essere meno lezioso, meno superficiale, ovvero più concreto e ieri aveva il compito di finire l’avversario, di metterlo ko ed ha avuto un paio di occasioni per farlo ed invece l’ha lasciato in vita e per poco non ci beffava.
E’ ovvio che la giovane età è complice di questi errori e che con il tempo e maturando minuti, che aumenteranno il suo bagagliaio di esperienza, questo difetto sarà eliminato.
Armenise non ingrana. Anche nel suo ruolo non convince ancora e se prima c’era stato l’alibi del ruolo ora anche questo, giocando come quarto basso di sinistra, è caduto. Speriamo che ritrovi condizione e concretezza perché tutti servono alla causa per raggiungere l’obiettivo che vedrà nella trasferta di domenica ad Aversa, un altro appuntamento fondamentale senza guardare la classifica degli amaranto.
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