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IN PRIMO PIANO | FRANCESCO DE FEO, "PROPHETA IN PATRIA"

“Nemo propheta in patria” recita una vecchia locuzione in latino che spesso legata al mondo del calcio è calzata a pennello. Sono numerosi i casi di chi per svariati motivi, a partire dalla troppa responsabilità, non è riuscito a dimostrare il proprio valore indossando la casacca della propria città. 

Non a Pagani, non per Francesco De Feo, per tutti Ciccio, che da due anni sta incarnando alla perfezione il concetto di paganesità. Chissà se avrà pensato per un momento all'altro rovescio della medaglia quando due estati fa ha atteso, e sperato, la chiamata della squadra della propria città. Troppa, però, la voglia e il desiderio di ritornare ad indossare quella casacca, con cui aveva assaporato la serie C nel 2015/16 esordendo nella sfida con l’Akragas, per poi girovagare con buoni risultati in serie D indossando le maglie di Gelbison, Vastese, Nocerina, Gravina, Nardò e Palmese. 

Una dedizione al lavoro fuori dal comune certificata dagli allenamenti in estate in solitaria sull’asfalto di vasca Pignataro o per le strade della città in attesa della chiamata giusta. Una professionalità innata che gli ha permesso di non proferire mai una parola fuoriposto nonostante partisse dietro nelle gerarchie sia lo scorso anno con Agovino che quest'anno con Esposito. Una propensione all’adattabilità che nel corso degli ultimi 18 mesi lo ha portato a giocare come difensore centrale, braccetto in una difesa a 3, terzino in quella a 4 fino alla posizione di centrocampista centrale, suo ruolo naturale, con cui negli ultimi mesi ha riconquistato la Paganese. 

Il tutto arricchito da un immenso senso di appartenenza dimostrato, qualora ce ne era ancora bisogno, in estate non prendendo in considerazione nessuna offerta arrivata, in attesa della Stella, cosi come a dicembre quando alla chiamata della Sarnese non ha nemmeno risposto. 

Un identikit da vero leader, da capitano, seppur senza fascia, ed il gol di domenica (20 anni dopo l’ultimo segnato da un paganese con la Paganese, qui per saperne di più) è il giusto premio alla sua tenacia, alla sua dedizione, al suo “essere paganese”. Avanti così Ciccio!

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