LA METAMORFOSI DI GRASSADONIA
A distanza di tre anni abbiamo assistito a quella che possiamo definire l'evoluzione del tecnico Grassadonia. Una metamorfosi sia personale che professionale. E' questo il dato più eclatante che emerge come resoconto di questa stagione, che vede nel tecnico azzurrostellato il principale artefice. " Sono maturato in questi anni, ho smussato degli angoli, si cresce, anche grazie ad una società che è alle spalle e che non ti fa mancare nulla" aveva detto il trainer azzurrostellato dopo la partita con il Catania che aveva decretato la salvezza matematica. Un'autentico cambio direzionale in tutti i sensi. Avevamo lasciato un Grassadonia stizzoso a tratti arrogante al termine del campionato 2012-'13, sopratutto nell'ultima conferenza stampa post gara con il Perugia, con continui battibecchi con il pubblico.Quel retaggio aveva portato ad accogliere Grassadonia con un certo distacco e scetticismo un'estate fa poi, agli occhi di stampa e tifosi aldilà dei risultati, abbiamo apprezzato un Grassadonia diverso sotto i due principali aspetti.Partendo da quello professionale abbiamo notato il cambio tattico che ha rivoluzionato la Paganese. Dal brutto anatrocco targata 2012-'13 al cigno 2015-'16. Eppure quella che comunque strapazzò nei derby Nocerina e Avellino aveva in rosa gente navigata e di tutto rispetto da Fusco a Fernandez in difesa a Romondini e Soligo a centrocampo Ciarcià e Scarpa come esterni offensivi Girardi, Fava, Luca Orlando e Caturano in attacco. Molto più esperta di quella attuale e con giovani come Nunzella e Calavrese, dinanzi al totem tra i pali Marruocco.Eppure era una Paganese che non ha mai entusiasmato per il gioco nè per la prolificità sotto rete, se non ricordo male realizzò appena 29 reti, e quello fu il problema maggiore, contro i 40 di quest'anno.Quella andata in archivio invece ha lasciato un segno indelebile nella tifoseria azzurra, sciorinando un gran calcio, facendo divertire, giocandosela contro tutto e tutti alla pari, lasciando nel dimenticatoio l'asfittico 3-5-2 e proponendo un frizzante e pungente 4-3-3, nuovo marchio di fabbrica del tecnico salernitano.Anche dal punto di vista dei rapporti, almeno con la stampa, abbiamo notato un Grassadonia più riflessivo e meno istintivo e forse anche questo è l'inevitabile segno del tempo che passa e rende tutti più maturi, sperando che nella prossima stagione si completi la definitiva evoluzione.
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