IN PUNTA DI PEPE - IL DERBY CONFERMA UNA PAGANESE PRIVA DI GIOCO
Un mix di delusione e rabbia per quello che poteva essere e non è stato. Sono queste le sensazioni che mi hanno accompagnato all’uscita dal Marcello Torre dopo un pareggio a reti bianche che fatico a decifrare. Il mio pensiero era rivolto solo alla conquista dell’intera posta in palio, a prescindere dalle modalità di conquista dell’obiettivo. Non pensavo, si badi bene, assolutamente che la Paganese potesse fare un solo boccone della Cavese, anche perché di note positive sulla giovane compagine metelliana ne erano arrivate alle nostre orecchie. Lo sviluppo della contesa ha però fatto crescere il rammarico per una buona chance gettata alle ortiche di festeggiare assieme ai pochi intimi la prima vittoria stagionale. La curiosità di un assetto tattico nuovo, con la difesa a quattro ed il trequartista a fare da guastatore, rappresentava un motivo aggiuntivo per guardare con occhio critico una partita in uno scenario avvilente. Lo scatto in contropiede di Guadagni che ha causato l’espulsione di D’Andrea è apparso il chiaro segnale di una gara che poteva tranquillamente andare in porto. Invece il responso del campo è stato inesorabile con un assedio, limitato esclusivamente alla seconda parte di gara, che non ha portato al guizzo da tre punti. In mezzo alcune chance sprecate sottoporta, neutralizzate dall’estremo difensore aquilotto e quel maledetto rigore di Scarpa che proprio non riesce a far centro dagli undici metri contro la Cavese.
Una vera iattura per il simbolo della Paganese che si è rovinato da solo il traguardo delle 200 presenze con la camiseta azzurra. Al nostro idolo si può perdonare tutto e lo dico con grande convinzione anche mettendomi contro chi, alla prima occasione utile, non perde tempo per tirare fuori il discorso anagrafico e l’utilità o meno del calciatore di Torre Annunziata in questo progetto tattico. Il talento di Scarpa non si discute, piuttosto c’è ancora qualche ingranaggio che non funziona in questa squadra. Il discorso è sempre centrale e rischia di diventare noioso.
Le prime quattro giornate hanno evidenziato come questa Paganese sia manchevole di una vera fonte di gioco, dell’esperto centrocampista che detti i tempi della manovra e prenda per mano la squadra. Accetto e posso comprendere come la società, in tempi di ristrettezze ulteriori legate alla criticità del momento storico che stiamo vivendo, abbia deciso di investire sul giovane Bonavolontà ma un suo naturale sostituto non mi pare di trovarlo. Anche l’opzione Benedetti in cabina di regia non convince totalmente ma questo ce lo dovrà far capire il tecnico Erra che ha sponsorizzato il suo acquisto avendolo avuto alle sue dipendenze a Catanzaro. È anche vero che in attacco ci sono calciatori ancora alla ricerca della giusta condizione ma non possiamo nasconderci sempre dietro frasi di circostanza. La mente pensante in questa squadra va trovata, in attesa di una graduale crescita di Bonavolontà, oppure va individuata attingendo dal mercato degli svincolati. Se proprio Benedetti non dovesse fornire garanzie in tal senso, qualcuno dovrà pur ammettere di aver sbagliato? Il responso del campo ci ha lasciato in dote amarezza e preoccupazione perchè è palese come la Paganese non riesca a verticalizzare un gioco monco dalla cintola in su. Di questo passo ci sarà da soffrire e quest’anno, al di là di tutte le problematiche extracalcistiche, non si scherza.
Francesco Pepe
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