REWIND - PANNOZZO, L'UOMO DELLA PROVVIDENZA: "ERA UNA SQUADRA DI UOMINI VERI, ORA LA PAGANESE E' IN BUONE MANI"
«Quest’anno le difficoltà ci sono. Ma la Paganese è in buone mani». Luca Pannozzo segue gli azzurrostellati anche dai racconti e dalle confidenze di Fabio De Sanzo. Insieme sono stati a Pagani protagonisti di un’annata indimenticabile, quella che segnò il ritorno in Serie C. L’amicizia va oltre i tempi e i luoghi e prosegue anche ora che i due hanno appeso le scarpette al chiodo: Pannozzo è tornato nella sua Latina, dove lavora e vive con la sua famiglia: ha temporaneamente chiuso con il mondo del calcio; De Sanzo è tornato a Pagani, nelle vesti di allenatore in seconda.
Cosa ti racconta De Sanzo di questa Paganese?
«Che è nelle mani di un tecnico preparato, che stanno lavorando tanto, che ci sono difficoltà oggettive ma loro non mollano. La squadra è giovane e le difficoltà oggi interessano anche il mondo del calcio in generale. Però a Pagani De Sanzo lo conoscete: è uno che non molla di un centimetro. Siete in buone mani».
Sei stato il protagonista di una delle annate più belle con la maglia della Paganese, quella che segnò il ritorno in C dopo 19 anni. Indimenticabile resta la tua rete del 2-1 contro il Brindisi. Quali sono i ricordi più belli?
«Tutta la stagione. Ma anche la partita casalinga con il Brindisi: resta indimenticabile a prescindere dal mio gol. Era unico tutto: il contesto, le emozioni prima della gara, durante e dopo. Credo che quella partita resterà indelebile anche nella memoria fotografica. E poi il ricordo più bello resta il ritiro perché in ritiro nacque la nostra favola: partivamo con sei giornate di squalifica allo stadio e giocare sempre fuori non era facile».
Quale era il segreto di quella Paganese?
«Il gruppo, fatto di uomini veri nonostante i top: c’erano con noi ottimi calciatori richiesti da varie squadre. Quando si parla di calciatori quotati, uno pensa a gente che si cura solo il proprio orticello. Questo, in quella Paganese, non è mai accaduto. Anzi. I calciatori più quotati erano proprio quelli che trainavano il gruppo. Era uno spogliatoio di uomini veri e umili. Ma tutto questo era possibile grazie innanzitutto al presidente, alla società e al mister che aveva creato il gruppo con tutto lo staff: un allenatore bravo e capace soprattutto di questo. E Giacomarro sul campo ha pochi eguali. C’è poco da fare: quella resta un’annata fantastica».
Il tuo rapporto con Pagani e con i tifosi?
«Mi vengono i brividi solo a pensarci. Dopo undici anni, ho ancora contatti diretti con la metà dei tifosi della Paganese. Anzi, vi dico la verità: quando mi chiamò la Paganese, sei persone su sei mi consigliarono di non accettare la proposta. Io, come al solito, feci di testa mia e venni a giocare a Pagani. Di quella scelta non mi sono mai pentito: ho incontrato gente fantastica. Non avrei mai creduto di continuare a ricevere tanto affetto anche oggi, a distanza di undici anni. E questo non lo dimentico più».
Qual è il rapporto umano più bello di quella stagione?
«Quello con il mio amico fraterno Fabio De Sanzo, una persona con cui ho legato tantissimo. Il mese prossimo sarò a Pagani, invitato da lui, e verrò anche allo stadio».
Ma Pannozzo ha proprio chiuso con il mondo del calcio?
«Per ora seguo i miei bambini che cominciano a dare i primi calci a un pallone. Per ora seguo loro e lavoro. Poi vediamo se sarà il caso di fare qualcosa in futuro; per adesso mi godo i miei figli».
Barbara Ruggiero
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