PAGANESEVIRUS...STORIE EPIDEMICHE: L'AVVENTURA DI COSCO, QUANDO NON ERA LO "SPECIAL WOLF"
Durò tre giornate l'esperienza del tecnico molisano sulla panchina della Paganese. Un brutto male se l'è portato via nel 2015
Prima di Matrecano, silurato dopo la prima giornata dieci anni dopo di lui, era stato l'allenatore meno longevo dell'era Trapani. Vincenzo Cosco durò tre partite sulla panchina della Paganese, prima di andarsene (o essere mandato via) all'indomani dell'unico punto raccolto nella sua avventura azzurrostellata, contro il Manfredonia che pareggio al 95' con il giovanissimo Marco Sau. Nei primi due match di campionato era stato sconfitto dal Sassuolo di Max Allegri, che vinse in cavalleria quel girone, e dal Lecco.
Troppo inesperto lui, troppo inesperta la Paganese, appena tornata in terza serie dopo un digiuno lungo circa un quarto di secolo. Il tecnico molisano fu scelto a sorpresa dal dg D'Eboli, che diede il benservito a Pino Palumbo, l'uomo che solo pochi mesi prima aveva condotto la squadra ad un'incredibile promozione dalla C2. Fu smantellata anche quasi tutta quella rosa, affidata a Cosco alla sua prima volta su una panchina di Serie C1. Aveva smesso di giocare a 32 anni, a causa di una leucemia che lo aveva svuotato fisicamente ma non mentalmente: sconfitta quella, si era messo a studiare da allenatore ed i risultati non era mancati. Due vittorie in Eccellenza con Bojano e Termoli, dove vinse tutte le partite e ne pareggiò una sola, e due promozioni in C2 con Pro Vasto e Val di Sangro; quest'ultima gli valse la chiamata della Paganese.
Inesperto lui, inesperta la società azzurrostellata, si diceva. I primi problemi sorsero già in ritiro, con l'abbandono nottetempo di Acquasanta Terme (per inadeguatezza della struttura) ripiegando su Leonessa, poi sulla costruzione della rosa che si rivelò non all'altezza di un campionato di C1 davvero molto competitivo. E quel rapporto, mai decollato, s'incrinò definitivamente alla prima difficoltà, con l'interruzione che giunse poche settimane dopo il via della stagione. Una stagione che fu travagliata comunque per la Paganese, che tagliò il traguardo della salvezza nei playout con il Lecco dopo aver cambiato tre allenatori (Cosco, Chiappini e Miggiano). Quando tornò al Torre, da avversario, nella stagione 2012/2013 sulla panchina dell'Andria non ebbe alcun rancore: "Ci siamo incontrati troppo presto - disse a proposito degli azzurrostellati dopo quella sfida - era la mia prima esperienza, ora ho trovato una società matura ed esperta. Non ero pronto all'epoca, chissà in futuro". Purtroppo non è andata così.
Cosco andò ad allenare in Ungheria per pochi mesi, al Sopron, poi tornò in Italia con Gela e Pro Patria, prima di compiere l'impresa forse a cui è stato più legato: salvare il Campobasso, squadra della sua provincia, da una quasi certa retrocessione in D. Da allora, da quelle parti, è conosciuto come Special Wolf perchè era il 2010 e al top in Italia e in Europa a quel tempo c'era Mourinho, lo Special One. Si tolse un'altra soddisfazione, la vittoria del campionato di Serie D con il Matera, poi la mazzata.
Prima delle festività natalizie del 2014, quando allenava la Torres, spiazzò tutto il mondo del calcio con una lettera in cui annunciava che una terribile malattia era tornata a bussare alla sua porta. L'uomo che visse due volte non riuscì a ritagliarsi una terza vita, scomparendo a 51 anni il 9 maggio 2015.
Danilo Sorrentino
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