A BOCCE FERME: IL FOGGIA NON BRILLA MA NON PERDE A MATERA, IL LECCE SI RIPRENDE LA VETTA
E' finito in parità il big match tra Matera e Foggia, due tra le quattro big del girone. Era in definitiva l'esito più atteso ma non è che i rossoneri abbiano brillato. Anche stavolta. Il Foggia di queste ultime apparizioni sembra aver perso la "grande bellezza" di quello targato De Zerbi ma è comunque concreto ed efficace. E' soprattutto nel primo tempo che il Matera prevale a centrocampo e nell'intensità, andando meritatamente in vantaggio col solito Armellino. Le cose cambiano quando entra l'ex Letizia: si vede qualche iniziativa in più e in extremis arriva il pari di Mazzeo grazie anche ad un errore di Bifulco. Matera che, però, avrebbe meritato complessivamente di più di un misero punticino.
In testa, così, balza il Lecce insieme alla squadra di Giovanni Stroppa. Una buona prova di maturità per una squadra non entusiasmante, che ha provato a fare la partita ma che non ha punto mai a dovere. La Reggina, sconfitta solo di misura, ha mostrato una buona tenuta difensiva ma la solita sterilità offensiva che oramai sta diventando un dato preoccupante. E anche così si spiega la mancanza di cinismo nell'arrembaggio finale che, per la generosità profusa, avrebbe meritato sorte migliore. I salentini hanno sfruttato un singolo episodio ma tanto è bastato per consentire a Caturano, il match winner, di balzare in testa alla classifica marcatori di tutta la Lega Pro con otto centri.
Tutto facile, invece, per la Juve Stabia che non ha incontrato ostacoli in una modesta Vibonese. Non si è vista una squadra spettacolare, sia chiaro. Anzi, se Ripa non si fosse immolato sulla conclusione di Saraniti nella ripresa, sull'1-0, per le Vespe il finale sarebbe stato difficoltoso. Invece, da quel momento, la gestione è stata migliore ed ha portato ad uno stop duro per i calabresi. Per l'ex Sorrento e Arzanese è stata la giornata perfetta, che gli ha lasciato il dote il pallone della tripletta. Spider man è tornato. E se ne sentiva il bisogno.
La vittoria di misura del Cosenza sul Francavilla in pieno recupero sarà ricordata, invece, più per le scorie lasciate dal Giudice sportivo che per le faccende di campo, dove non si è visto praticamente nulla di tecnicamente apprezzabile. Quasi due mesi di inibizione al ds biancazzurro Stefano Trinchera, un mese per il team manager rossoblù Kevin Marulla, due giornate ai tecnici Giorgio Roselli e al suo omologo, vice di Antonio Calabro, Roberto Taurino. Il trio in giacchetta nera con in testa il mantovano Detta, direttore di gara, ha scontentato praticamente tutti. Passi per Roselli, allontanato nel primo tempo per proteste, è il finale convulso che genera questa "faida". Il Cosenza passa in vantaggio oltre il 90' e, poco dopo, Detta decreta un penalty contro i Lupi per una trattenuta di Corsi su Alessandro, che però era stato pescato in fuorigioco dall'assistente. Un equivoco che fa infuriare tutti. Marulla e Taurino si fanno buttare fuori, Trinchera decide di ritagliarsi una coda tutta personale irrompendo nello spogliatoio della terna arbitrale e rivolgendo loro frasi non proprio oxfordiane. Ovvio che, quando il gioco latita, prevale il rodeo. Ma la crisi della Virtus, a secco nelle ultime quattro partite, è allarmante. La Paganese domani può approfittarne.
Il Monopoli sfata finalmente il "tabù" Veneziani e batte con grande merito un Fondi irriconoscibile magari per la stanchezza dovuta al recupero di mercoledì col Catania e all'assenza di elementi come Mucciante e Galasso. Biancoverdi padroni del campo e assai diversi da quelli visti a Pagani solo sette giorni prima. Per i laziali poteva finire peggio mentre il Monopoli è sesto ed è una bella sorpresa. Se son rose fioriranno.
Troppo scialba, invece, la prova della Casertana al Pinto contro la Fidelis Andria. Non che i pugliesi abbiamo fatto meglio, ma è stata una partita noiosa, quasi un attentato alla pazienza dei presenti. E anche in questo caso, nel mondo rossoblù, tengono banco le vicende extra-campo perché di qualcosa si dovrà pur parlare. Patron Luca Tilia viene contestato e fatto oggetto di striscioni, e a fine gara accuserà tutti: città, Pasquale Corvino e persino i dirigenti del settore giovanile. Sì, in pratica il responsabile del vivaio Giovanni Maglione che, sentendosi chiamato in causa, risponderà duramente ed a stretto giro. In realtà sono proprio le argomentazioni di Tilia a reggersi su gambe molli: parlare di vivaio da sviluppare nel lungo periodo e di costruzione solo di squadre "obbligatorie" è paradossale. Tilia ha voluto assumersi da solo ogni responsabilità per il post-Lombardi pur non disponendo della forza specifica per farlo senza l'aiuto di altri soci tra cui l'indispensabile Corvino. Sapeva a cosa andava incontro e ogni lamento odierno sembra assai sospetto. Ammettere poi di non aver stabilito preventivamente il budget da impiegare con i dirigenti preposti per il vivaio, è un "capolavoro".
Il Catania non vince neanche a Taranto, dopo sei gare senza successi (i tre punti mancano dall'esordio con la Juve Stabia), e non riesce a schiodarsi dall'ultima posizione. Match equilibrato, senza grossi sussulti, e pari in sostanza giusto. Ancora sugli scudi, tra gli etnei, il '96 esterno offensivo Andrea Di Grazia che il tecnico Pino Rigoli ha schierato nel suo 4-3-3. Solo il suo piede ha creato qualche grattacapo agli ionici.
Respira il Catanzaro che, ad Agrigento, interrompe la serie di tre sconfitte consecutive pur restando per la quarta volta a bocca asciutta in attacco. E' finita 0-0 ma non sono mancate le occasioni da ambo i lati. Forse le più nitide sono capitate proprio ai giallorossi, soprattutto nel finale con Giovinco, mentre l'Akragas ha provato a sbloccarla maggiormente dalla distanza. Insomma, qualche timido progresso il Catanzaro lo ha fatto intravedere ma è ancora presto per parlare di guarigione.
Non è stato fortunato, invece, il ritorno di Dino Bitetto a Melfi. I gialloverdi, dominatori assoluti nel primo tempo contro il Siracusa, avrebbero dovuto chiuderla proprio in quella fase dopo il vantaggio di De Vena. Meglio gli aretusei nella ripresa, quando l'ingresso di Dezai dal primo minuto in luogo di Spinelli è un toccasana per tutta la squadra. Diverse le occasioni create che poi portano al pari del sempreverde Catania, disattenzione fatale sul bis di De Vena ma definitivo 2-2 più che meritato griffato da Dezai. Il Siracusa resta l'unica squadra a non aver ancora vinto in campionato, ma nella ripresa del Valerio, sull'1-1, è andato vicino al sorpasso. Melfi incapace di reggere i 90 minuti, Siracusa atteso, come il Catanzaro, a ben altre conferme.
Stefano Sica
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