DOPO SCONCERTI E BUFFA, IL LIBRO DELLA PAGANESE AL MITICO GIAMPIERO GALEAZZI

22.09.2016 17:49

Per chi ama il calcio ed il giornalismo sportivo, come il sottoscritto, fare incontri del genere è come far entrare un bimbo in un negozio di giocattoli e buttare la chiave. E così è stato per me, quando il mio amico Gianluca Russo mi ha avvisato dell'arrivo, al Centro Commerciale La Cartiera, del mitico Giampiero Galeazzi per la presentazione del suo libro," L'inviato non nasce per caso". Una serata particolare per me e mio figlio, verso il quale continua l'indottrinamento dei vari giornalisti che hanno fatto e stanno facendo la storia del giornalismo sportivo, condita da un susseguirsi di emozioni. Mi ritrovo il mitico Bisteccone (così soprannominato dal capo servizi del suo giornale agli esordi quando cominciò portando le notizie sul canottaggio, sport da lui praticato, vedendolo entrare dall'alto della sua stazza) al mio fianco entrare su una sedia a rotelle manifestando non ottimali condizioni di salute. Un colpo al cuore, lo ritrovo invecchiato, alla luce dei suoi 70 anni, da parecchio non lo vedevo in video. Ma appena incontra gli altri amici invitati per la serata in suo onore la sua voce inconfodibile, salutandoli, con l'inflessione romanesca mi fa andare indietro nel tempo. Erano gli inizi degli anni ottanta in Novantesimo Minuto dai collegamenti da Roma, soprattutto sponda laziale di cui ne è di fede calcistica, era sempre presente - molto più magro - per commentare il servizio della partita. Ed ancora la Domenica Sportiva, anche se non è il calcio il suo primo amore ma il Canottaggio. Memorabili le sue telecronache come inviato alle Olimpiadi come a Seul '88, quando con la sua voce spinse lo scafo azzurro, dei fratelli Abbagnale e del timoniere Di Capua, alla medaglia d'oro ed ancora a commentare il tennis di Panatta e di tutti i tornei più importanti da Wimbledon al Roland Garros. Ed io, a distanza di anni, il mito dei miei sogni da ragazzo che voleva diventare giornalista sportivo me lo ritrovo a pochi metri. Se me lo avessereo detto in quegli anni non ci avrei mai creduto. Pioniere di un giornalismo che non è più possibile, effettuando le interviste direttamente in campo con TrapattoniGullit, Agnelli, con Maradona e Platini nel sottopassaggio del San Paolo o negli spogliatoi dopo uno scudetto vinto. Le emozioni proseguono, con il quiz risolto da mio figlio, con aiuto del sottoscritto, al quale viene regalato il libro. Giampiero Galeazzi poi chi gli chiede per quale squadra tifi e lui imperterrito in terra straniera dice: "Per la Juve", - ed il mitico Galeazzi gli risponde "Allora tanti saluti dall'Inter". Poi i ricordi, gli aneddoti, come quando a Seul alla vigilia della finale per l'oro del canottaggio del due con dei fratelli Abbagnale, gli dicono che non potrà fare la telecronaca per uno sciopero indetto dalla Rai. Lui - come ha raccontato- si allontana dal villaggio olimpico e praticamente si ubriaca dalla disperazione in un bar per rientare all'alba e praticamente senza dormire lo chiamano dicendogli che lo sciopero era rientrato e poteva fare la telecronana: "Entrai senza il pass, non mi volevano far passare. Entrai in postazione senza lista dei partenti e a pochi minuti dallo start, a braccio, iniziai uno dei racconti più emozionanti della mia carriera, portando i fratelloni di Castellammare verso l'oro". Scorre il video, la sua voce, lo sguardo si emoziona, come quando gli fanno vedere l'intervista a Maradona, fresco campione d'Italia, compiendo la genaliata di affidargli il microfono e far intervistare Giordano De Napoli, mai nessuno lo aveva fatto prima. Le foto con gli olimpionici di Rio 2016 freschi di medaglia di bronzo del due senzaAbagnale e Di Costanzo. Con il masssaggiatore storico del Napoli e di Maradona, nonche massaggiatore della Paganese 1965-66, Salvatore Carmando ed i fratelli AbbaganleCarmine e Giuseppe. Alla fine gli consegno il libro degli "80 anni della Paganese", un altro sogno s'avvera. Lui mi firma il suo. La mano non è ferma, segnale evidente di una malattia che lo accompagna in questo periodo della sua vita. Sulla pagina bianca viene impressa la sua scrittura tremante: "Due juventini nel Regno di Napoli, Peppe e Salvatore, carissimi, Giampiero Galeazzi". Come cantava Lucio Battisti"Tu chiamale se vuoi Emozioni"

Peppe Nocera
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