DESTINI INCROCIATI: FRANCESCO ZANA
I Destini Incrociati di questa settimana ci portano a Marina di Massa Carrara, dove incontriamo Francesco Zana, uno dei sei baluardi di quella difesa insormontabile della Paganese stagione 1976-’77.
Per chi non se la ricorda, la formazione recitava così: Fiore, Bonora, Leccese, Zanin, Zana, Stanzione….
Fu la migliore difesa di quel campionato con solo 18 reti subite su 38 incontri, tutti disputati dal baffuto e roccioso difensore azzurrostellato.
Zana proveniva dal Benevento dove l’anno prima sfiorò di nuovo la B conquistata già con la Massese.
Buonasera Zana, venerdì sera c’è un derby amarcord per te Benevento-Paganese...
“Buonasera a te e a tutta Pagani. E’ una partita speciale per il sottoscritto, ho giocato tre stagioni, due a Pagani ed una a Benevento, dove sono stato davvero bene sia a livello professionale che umano e credo con tante soddisfazioni per le rispettive tifoserie molto calde e passionali. Mi auguro che arrivi finalmente la B per i Sanniti, non ci sono mai stati, e la tranquilla salvezza per la Paganese”.
Come comincia l’avventura a Benevento?
“Ero in comproprietà tra Perugia e Como, però ero fermo per un infortunio al ginocchio e così al termine della stagione 1974-’75 entrambe furono promosse in serie A e cominciai il ritiro precampionato con il Perugia di Castagner con Curi, Vannini, Urban. Ero chiuso e non rientravo nei piani tecnici e così salì su Piero Santin, allenatore del Benevento, con il ds dei Sanniti. S’incontrarono con il ds del Perugia Ramaccioni e passai al Benevento dove collezionai 34 presenze. Era una bella squadra con Sartori, Penzo che poi passò al Bari l’anno dopo intralciando ancora la mia carriera. Arrivai a novembre ed inseguimmo il Lecce sino alla fine per la B ma perdemmo due gare chiave con il Messina, sbagliò un rigore Jannucci che poi venne a Pagani, e con il Bari, ma i pugliesi andarono in B”.
Poi arriva la Paganese...
“Questa volta mi volle fortemente il vulcanico Rambone, ho pregato per lui quando seppi della sua scomparsa, crearono una squadra-miracolo che fece tremare il Bari. Quella partita con i pugliesi fu la partita del secolo per la Paganese. C’era il mondo al Comunale zeppo all’inverosimile, facemmo sognare i tifosi e quando incontro qualche paganese che vive qui a Massa ne parliamo ancora. Che squadra, feci 38 partite su 38, prendemmo solo 18 reti, avevamo una difesa-bunker, forse ci mancò un bomber di razza per competere con il Bari che però ebbe qualche santo in paradiso di troppo. Sai, Bari era una piazza politicamente forte. Ma li battemmo con un gol di Tacchi e ricordo che ci furono anche problemi per i tifosi pugliesi, c’era grande attesa per quella sfida”.
Stagioni intense a Pagani...
“Ricordo che tra campionato e Coppa Italia quell’anno non perdemmo per 28-29 partite consecutive, mettemmo tutte dietro tranne il Bari e come non ricordare il derby con la Nocerina, arbitrò Longhi di Roma (nella foto) che poi arrivò in serie A. Prima della gara venne negli spogliatoi un dirigente, Malet, quella era una grande società con Torre, De Pascale, Cascone, De Risi ed il grande segretario Quaratino, che ci disse che se avessimo vinto c’era un ricco premio per la squadra. Vincemmo e mantennero la promessa e guadagnammo una grossa cifra per una partita di serie C. L’anno dopo però quella squadra, che arrivò seconda, fu smembrata. Rimanemmo in pochi come Jannucci, Leccese, Patalano, Di Giaimo e arrivò il gruppo da Napoli con Coco, Parasmo, Abbondanza e finimmo decimi ma conquistammo l’accesso alla neonata C1 e per me 37 partite su 38, saltai solo quella con il Siracusa”.
Anche la partecipazione al Torneo-Anglo-Italiano...
“C’ero già stato l’anno prima con il Benevento, ce lo conquistammo con il secondo posto alle spalle del Bari. Una bella esperienza, ricordo che i dirigenti paganesi portarono vari regali alle formazioni inglesi, dopo quelle due volte non sono andato più in Inghilterra”.
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