SOTTIL CHIEDE UNA PROVA DI FORZA: "TUTTI POSSIAMO FARE DI PIU'"
La gara di domani chiuderà il girone di Andrea Sottil, subentrato a Stefano Cuoghi sulla panchina della Paganese proprio all'indomani della sconfitta interna con la Juve Stabia. Sono trascorsi circa quattro mesi e il cammino della Paganese è stato da due volti: da media promozione nelle prime dieci gare (21 punti), da retrocessione nelle restanti otto (solo 4 punti raccolti). Azzurrostellati che devono ritrovarsi, alla luce degli scontri diretti a cui sono chiamati da qui alle successive cinque giornate. Andrea Sottil, nel presentare la sfida con le vespe, assicura che si è lavorato anche e soprattutto sull'aspetto mentale. "Ovviamente abbiamo lavorato sul campo, ma soprattutto sulla testa della squadra, per riprendere l'autostima e con essa quel cammino che avevamo fatto fino a qualche partita fa. Abbiamo cercato di ritrovare la giusta condizione, sia dal punto di vista fisico che mentale, per ritrovare il giusto entusiasmo e la giusta concentrazione in vista di una gara difficile ed insidiosa. La Juve Stabia è una squadra forte - ha spiegato Sottil - che gioca per obiettivi diversi dai nostri ma noi dobbiamo fare una prova importante e fare punti per la salvezza. E' un po' che non vinciamo, è vero, ma questo non ci deve mettere ansia, anzi. Deve darci maggiore motivazione nel cercare il risultato, abbiamo tutti l'obbligo di capire che bisogna fare qualcosa in più, sebbene quella di Castellammare sia una trasferta insidiosa". Per uscire indenni dal Menti, però, servira maggiore concentrazione in difesa e quel pizzico di cinismo, di cattiveria, in più in area di rigore. "La linea difensiva nelle ultime gare si è comportata sostanzialmente bene - ha tagliato corto l'allenatore della Paganese - ma sono stati fatti errori individuali che ci hanno fatto subire qualche gol di troppo, come quello col Lecce. A centrocampo ritroviamo un calciatore importante come Baccolo, sappiamo tutti che se c'è è meglio, mentre in attacco ci sono ragazzi interessanti, oltre a Girardi ed Aurelio, pronti, che scalpitano e vogliono dare il loro contributo".
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